Magazine Per Lei

Il giocoliere

Creato il 17 dicembre 2009 da Lindaluna
Di uomini giocolieri, quelli che cercano di far stare in equilibrio due o più relazioni, ne è pieno il mondo.
Pur essendo tutti deprecabili, alcuni sono davvero bravi, altri un autentico disastro. Io ne ho conosciuti diversi, ma uno merita la palma d'oro del cavolfiore. Per fortuna non posso definirlo un ex poichè nemmeno si instaurò una vera relazione, ma posso serenamente definirlo un idiota.
Conobbi questo tizio ad una festa. Non era affatto bello, e nemmeno chissà quanto simpatico, ma si nutriva di un sontuoso ego che mi incuriosiva. "Se ci crede tanto" mi dissi "qualche ragione deve avere". Ero troppo giovane per sapere che pochi hanno davvero motivo di essere esaltati. Lui dovette carpire la mia curiosità perchè mi si avvicinò e con occhio fisso da trota salmonata mi chiese un appuntamento. Credo fosse il suo modo di far notare meglio alle ragazze che aveva gli occhi celesti.
Mi mantenni sul vago e ci accordammo per un caffè al bar dell'università il giorno dopo. Volevo prima raccogliere qualche informazione su di lui. Ero giovane ma non scema. E comunque l'occhio lesso non mi aveva proprio fatta impazzire.
Chiesi un po' in giro e appresi che il trotone era fidanzato da molti anni con una specie di pia donnina a lui immensamente devota.
Il giorno dopo all'università sparai subito la mia cartuccia: "E la tua fidanzata?" Il giocoliere non si scompose:
"Ah. Lei non è una cosa che ti interessa".
"Ok, allora nemmeno tu sei una cosa che mi interessa."
"No, volevo dire che lei non ti deve preoccupare perchè non è proprio una fidanzata".
"E che cos'è? Una tata svizzera?"
"E' un'amica. Ma lo sa che io devo vivere la mia vita."
"Ho capito. E anche lei vive la sua vita?"
"No, che c'entra."
"Ecco appunto, lo immaginavo."
Ma lui, abituato a schivare le rapide, fu abbastanza abile da cambiare argomento e iniziò tutta una filippica su quanto fosse rimasto attratto da me, dal mio atteggiamento, dalle mie movenze, blablabla.
Continuavo a non essere convinta nè attratta, ma a quell'età i complimenti sono un ottimo cibo per l'autostima e non fanno ingrassare, quindi accettai l'invito per un altro caffè, sempre all'università, il giorno successivo.
Mentre eravamo ancora seduti, si avvicinarono due mie care amiche, che qui chiamerò Sara e Lara. Le invitai a sedersi e loro, fiutata l'aria di gossip, lo fecero ben volentieri. Il giocoliere diede il meglio di sè sfoggiando simpatia, cultura e intelligenza. Per un po' mi sembrò addirittura carino.
Nel frattempo si era fatto tardi e io dovetti scappare perchè il mio corso sarebbe inziato di lì a poco. Sara e Lara invece rimasero in compagnia del salmonato, che gentilmente si era offerto di dar loro un passaggio a casa. Evidentemente il viscido aveva calcolato che ogni ragazza apprezza incredibilmente che le proprie amiche vengano trattate con garbo. Infatti io apprezzai e quasi cominciai a rivalutarla, la bestia pinnata. Mi ripromisi un giro serale di telefonate con Sara e Lara per registrare tutti i commenti positivi sulla mia nuova conquista.
Il giro di telefonate ci fu, ma i commenti furono di tutt'altra natura. Quell'aborto di marpione aveva chiesto ad entrambe un appuntamento. A Sara approfittando di un attimo in cui Lara era andata in bagno e, durante il tragitto in auto, a Lara subito dopo aver accompagnato Sara.
No, dico..si può essere più imbecilli di così?
Il pesciazzo si credeva tanto irresistibile da irretire tutte e tre, confidando nel fatto che ognuna di noi, già innamorata stordita, non avrebbe mai confidato alle altre il meraviglioso segreto.
Ma è matematico che se sei un pesce così cretino prima o poi ci finisci tu nella rete.
Dopo aver scaricato a raffica tutto il nostro repertorio di insulti, io e le mie amiche ci incontrammo d'urgenza per studiare un piano. Sara lo chiamò e gli disse che era rimasta molto colpita da lui e voleva vederlo quella sera stessa, davanti all'edicola della stazione. Lui, figuriamoci, talmente ubriaco del suo ego, accettò con la bava alla bocca. Molto bene, pronto per essere cucinato con pennette e vodka.
All'appuntamento ci presentammo tutte e tre.
Non dimenticherò mai quello sguardo vitreo e quella bocca ridotta a uno sgorbio contratto quando sgommammo con i nostri motornini a due passi da lui e ci levammo il casco. Ci sentimmo molto Charlie's Angels in quel momento.
Esordii io "Aspetti qualcuno?"
Lui fece un passo indietro e balbetto una specie di "no".
Sara continuò: "noi sì, aspettiamo un coglione, ne hai visto uno in giro?"
L'esemplare rispose qualcosa che non capimmo e fece altri due passi indietro.
Lara concluse: "strano, dovresti averlo notato, un coglione come lui non s'è mai visto".
Il salmone-coglione indietreggiò ancora, voltò le spalle e cominciò a correre, lasciando per strada l'ultimo brandello di dignità che gli era rimasto.
Ricordo che noi tre avemmo grandi problemi nel riuscire a far ripartire i nostri motorini, tanto eravamo sderenate dalle risate.
In effetti questo tizio è proprio la vergogna della categoria dei giocolieri. Roba che il più banale degli sposati con amante ventennale, in confronto può essere definito un Einstein del settore.
Comunque ho saputo che ha sposato la sua devota. Poverina. E che ancora prova a fare il giocoliere, ma che le palle che usa per giocare continuano inesorabilmente a cascargli sulla testa.

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Magazine