Il giogo delle regole del gioco

Creato il 05 ottobre 2012 da Gms @postideologico

Il gioco delle regole del giogo o il giogo delle regole del gioco?

Piccola premessa: mentre scrivo l’accordo potrebbe essere stato raggiunto. Le puntualizzazioni che seguono mantengono, comunque, un loro senso.

In questi giorni il dibattito sulle regole da adottare e seguire per le Primarie si è fatto più intenso ed acceso.
In verità, ci sarebbe poco da discutere: gran parte di quelle direttive sono già delineate nello statuto del Partito Democratico.
Ecco alcuni frammenti:
Estratto art.1: “…Il Partito Democratico affida alla partecipazione di tutte le sue elettrici e di tutti i suoi elettori le decisioni fondamentali che riguardano l’indirizzo politico, l’elezione delle più importanti cariche interne, la scelta delle candidature per le principali cariche istituzionali…”
Stralcio art. 2:“…4. Tutti gli elettori e le elettrici del Partito Democratico hanno diritto di:
a) partecipare alla scelta dell’indirizzo politico del partito mediante l’elezione diretta dei Segretari e delle Assemblee al livello nazionale e regionale.
b) partecipare alle elezioni primarie per la scelta dei candidati del partito alle principali cariche istituzionali;

c) avanzare la propria candidatura a ricoprire incarichi istituzionali;
d) prendere parte a Forum tematici;
e) votare nei referendum aperti alle elettrici e agli elettori e prendere parte alle altre forme di consultazione;
f) avere accesso alle informazioni su tutti gli aspetti della vita del partito;
g) prendere parte alle assemblee dei circoli;
h) ricorrere agli organismi di garanzia e riceverne tempestiva risposta qualora si ritengano violate le norme del presente Statuto, quanto a diritti e doveri loro attribuiti…”
“…6. Tutti gli elettori e le elettrici del Partito Democratico hanno il dovere di:
a) favorire l’ampliamento dei consensi verso il partito negli ambienti sociali in cui sono inseriti;
b) sostenere lealmente i suoi candidati alle cariche istituzionali ai vari livelli;
c) aderire ai gruppi del Partito Democratico nelle assemblee elettive di cui facciano parte;
d) essere coerenti con la dichiarazione sottoscritta al momento della registrazione nell’Albo…”
Estratto art. 3: “Il Segretario nazionale rappresenta il Partito, ne esprime l’indirizzo politico sulla base della piattaforma approvata al momento della sua elezione ed è proposto dal Partito come candidato all’incarico di Presidente del Consiglio dei Ministri…”
Parte art. 18: “…8. Qualora il Partito Democratico aderisca a primarie di coalizione per la carica di Presidente del Consiglio dei Ministri è ammessa, tra gli iscritti del Partito Democratico, la sola candidatura del Segretario nazionale…”
Alla luce di quanto esposto appare malintenzionato il gioco degli equivoci di chi oggi invoca un non ben precisato rispetto delle regole solo pro domo sua.
Appare quantomeno sospetta la richiesta di rispondere al desiderio di ‘allargare il consenso’ (che magari non sarà riconfermato in sede elettorale) da parte di chi, non sprovvisto d’una certa scaltrezza, sa di poter vincere grazie al ‘soccorso nero’, oramai in libera uscita dopo la più grande figura di merda degli ultimi 150 anni.
Le nuove regole, pertanto, non dovranno sovvertire tutto quanto stabilito in precedenza. Da lì bisogna partire.
L’interrogativo più grande è questo: che senso ha far appello ad un voto alla(r)gato, se poi non si richiede un minimo di affidabilità, una dichiarazione d’appartenenza o di vicinanza, da parte di tutti coloro che parteciperanno alle Primarie?
E allora?
Va bene non far campeggiare neppure un frammento di simbolo del PD.
Va bene dimostrarsi talmente ibrido da voler raccogliere a destra e a manca (più dalla prima).
Vabbè che, dopo l’endorsement dei giornalacci della Casta stampata, manca solo l’appello al voto affinchè la destra metta mano nell’elezione del candidato del centrosinistra e si scelga l’avversario.
Vanno bene le americanate con la camicetta bianca d’ordinanza.
Va bene la tele promozione ed il ‘one man show’ patrocinati da grande mente (leggetelo come vi pare, anche separato) dei reality.
Ma non va per niente bene non aver letto lo statuto del partito cui si dice di appartenere e al cui interno esistono regole minime da cui partire, da rispettare e che, vista la novità di queste Primarie totalmente diverse da tutte le precedenti, occorre definire con maggior precisione.
Sarebbe, piuttosto, importante e prioritario stabilire un’occasione di confronto diretto tra i diversi candidati.
Quest’infruttuosa distanza è causa di scarsissima chiarezza: non sono chiare ed evidenti le linee guida dei diversi candidati, non lo è l’ipotesi sul futuro governo e non lo è la coalizione.
Dopodichè potrebbe bastare un turno secco, affiancato dall’inequivocabile certezza data dall’iscrizionie all’albo degli elettori.
Insomma, nulla di diverso da quanto realizzato anche in quel di Firenze, (qui e qui) checchè ne dica il Signorino Margherita ora improvvisamente vago e svagato su un Albo pubblico delle elettrici e degli elettori del centrosinistra fiorentino.
Solo in questa ipotesi e con queste regole (o qualcosa di molto vicino e simile) io, per quel che può contare, andrò a votare.


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