La pretesa del giornale cremonese La Provincia di far dimettere il segretario provinciale del Pd Titta Magnoli solo perché non è diventato parlamentare (non è mai stato il suo compito istituzionale di segretario provinciale), non merita di essere presa in considerazione . Rileggiamo pure con serena devozione l’articolo 416 bis del Codice penale, che definisce le associazioni di tipo mafioso. E’ solo un paragrafo dell’intero articolo.
Vogliamo ridurci così?
L’associazione è di tipo mafioso quando coloro che ne fanno parte si avvalgano della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva per commettere delitti, per acquisire in modo diretto o indiretto la gestione o comunque il controllo di attività economiche, di concessioni, di autorizzazioni, appalti e servizi pubblici o per realizzare profitti o vantaggi ingiusti per sé o per altri, ovvero al fine di impedire od ostacolare il libero esercizio del voto o di procurare voti a sé o ad altri in occasione di consultazioni elettorali.
Questa è l’associazione di tipo mafioso, che può essere efficace con o senza l’uso di armi.
Vogliamo che Cremona funzioni così, come un’associazione di tipo mafioso in cui esiste un solo potere che controlla le attività economiche, le autorizzazioni (ambientali per esempio) gli appalti e i servizi pubblici, vogliamo questo, una grande associazione che realizzi profitti o vantaggi ingiusti per sé o per altri? Riflettiamoci. Ed evitiamo le grandi concentrazioni di potere nelle mani di poche persone.
Quando il consigliere regionale di Sel Giulio Cavalli venne a Cremona per parlare della discarica d’amianto in un incontro pubblico, assieme a Giuseppe Torchio e agli esponenti di Sel Cremona, citò proprio il 416 bis e disse che Comunione e Liberazione era “proto-mafiosa”.
Leggendo l’articolo del codice penale si capisce l’affermazione di Giulio Cavalli.
Il giornale La Provincia e i suoi editori hanno molti interessi economici. Interessi così grandi che hanno bisogno della politica per stare in piedi. Che facciano impresa, niente di male. Che la politica e l’economia siano connesse, nulla di male. Ma che tali imprenditori pretendano una copertura politica, una stampella politica o un parlamentare al guinzaglio, sinceramente non è bello. Che facciano il loro mestiere e che l’uomo politico da parte propria faccia il suo. Andiamo avanti così e si crea un’ultra lobby. Un altro passo in quella direzione e si fa la fine del sistema di Formigoni.
E’ una vergogna usare un giornale per tagliare le gambe ai politici scomodi e costruire quelli utili al sistema di potere. Titta Magnoli, segretario provinciale del Pd, è e resta un uomo libero. Le sue relazioni all’assemblea provinciale meritano tutto il rispetto. Ha osato criticare i poteri locali, che ora vogliono la sua testa. Siamo con Magnoli. Come anche con Agostino Alloni che avrebbe tramato chissà che cosa.
Non consideriamo Luciano Pizzetti un nemico. E’ solo un uomo politico di un’altra era: rappresenta la Cremona che non cresce mai. Non è tutta colpa di Pizzetti, è ovvio. Farà la carriera che deciderà il Pd e come vediamo è amato e adorato anche dagli avversari politici. Congratulazioni. Non lo sapevamo così ecumenico.
Ma chi ha segnalato i problemi di Cremona e anche del centrosinistra di Cremona non è Pizzetti ma Magnoli, con una serie di relazioni leggibili sul sito del Pd di Cremona. Per questo siamo con Magnoli. Perché le classi dirigenti di Cremona sono inadeguate, come ha coraggiosamente dichiarato Magnoli da tempo, e perché la politica non è autonoma e Cremona ne soffre. La situazione dei vari settori economici e di una città di pendolari e ricchi dirigenti lo dimostra, piena com’è di giovani precari e di ricchi privilegiati.