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Il giorno che segammo il braccio a Andy di Peeters Marnix

Creato il 21 luglio 2013 da Ilbicchierediverso

Il giorno che segammo il braccio a Andy di Peeters Marnix

Nella versione dei fratelli Grimm della celebre favola, Cenerentola non incontra una grassa e gioviale fata madrina, ma trova gli abiti per il gran ballo appesi a un nocciolo cresciuto sulla tomba della madre; le sorellastre, dal canto loro, sono costrette dalla matrigna, per calzare le  scarpine di cristallo, ad amputarsi dita e calcagni e lo spargimento di sangue le perseguita fino alla cerimonia di nozze, dove due aggressive colombe cavano loro gli occhi.

Se, in un assurdo e improbabile mondo parallelo, le due sfortunate sorelle avessero incontrato Burke e Hare, i celebri esumatori di cadaveri, il frutto letterario della loro unione sarebbe stato il piccolo Werner Plöts, protagonista de “Il giorno che segammo il braccio a Andy” (Castelvecchi Editore).

Affidato, dopo la morte della madre, alle cure delle rivoltanti sorelle Crique, Werner cresce in una squallida e tenebrosa fattoria, dove l’unica fonte di energia è costituita dalla combustione dei cadaveri; l’impiego principale del ragazzo e degli altri aiutanti, lo stravagante Ernest-Fritz e il maleodorante Andy, è quello di procurare “materiale umano” per alimentare la funesta caldaia. Privo di affetti e amicizie, Werner trova conforto in Orzas, un macilento orso privo di una zampa e rinchiuso in una fetida stalla, costretto a cibarsi di rifiuti; è insieme a lui che il protagonista, stremato e nauseato dalla sua vita, decide di fuggire dalla fattoria.

Il viaggio intrapreso vedrà Werner, come un novello Candido, impegnato in un’iperbolica sequela di avventure, che assumeranno, via via, sfumature grottesche, scatologiche e dissacranti; alternando episodi esilaranti, in cui il giovane scoprirà quanto sia difficile insegnare la matematica a un orso (e soprattutto convincerlo a una – forzata – dieta vegetariana a base di rape), e mirabolanti fughe da tetri orfanotrofi, “Il giorno che segammo il braccio a Andy” dipinge il vagabondare di un quasi adolescente che, dopo la scoperta del sesso, sarà impegnato in una quête davvero poco eroica, spinta esclusivamente da impulsi fisici.

Sangue, morte, cibo (quando ce n’è): è l’olfatto il senso portante della narrazione, e accompagna, spesso sinesteticamente, la descrizione di luoghi cupi, stalle buie, celle luride; nonostante la giovane età del protagonista, le sue attitudini e i suoi bisogni appartengono con decisione a una sfera adulta, così come la rassegnata filosofia con la quale affronta le più svariate peripezie.

Il finale, sorprendentemente ordinario, sfuma la sensazione d’irrealtà che permea la narrazione, lasciando un retrogusto amaro che trascina le fiabe, nella loro cruenta, originale accezione, nella realtà quotidiana; non ci si stupirà di sapere, perciò, che il panierino di Cappuccetto Rosso, come saggiamente ci ricorda Calvino, non conteneva solo gustose crostate, ma i resti della povera nonna, spacciati come esotico manicaretto da un abile lupo.

di Serena Pagliaro
IBD
[email protected]

Il giorno che segammo il braccio a Andy
Autore: Peeters Marnix
Castelvecchi Editore- pp.gg. 290- Euro 18,50- 2013


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