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Il giorno dei morti di Filippo Semplici. Recensione di Giuliana Guzzon

Creato il 14 luglio 2015 da Beltane64 @IrmaPanovaMaino

Il giorno dei morti di Filippo Semplici. Recensione di Giuliana GuzzonIl giorno dei morti di Filippo Semplici

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Marcialla è un piccolo borgo della campagna toscana, ridente nella bella stagione, ma che conosce i suoi momenti di nebbia umida e gelida, durante l'inverno. La gente è semplice, si esprime in stretto dialetto toscano ma, soprattutto, è molto gelosa della sua identità e della sua peculiarità, insomma, Marcialla "fa paese a conto suo", e gli estranei non sono molto ben accetti.
Lorenzo, un facoltoso chirurgo fiorentino, ha ristrutturato nei pressi di Marcialla un grande casale di campagna ereditato da una zia, ed intende trascorrervi una parte della settimana, lontano dal traffico e dallo smog cittadino. La prima persona con cui entra in relazione è Anselmo, il becchino: da lui Lorenzo apprende che Marcialla ha un suo giorno speciale, il Giorno dei morti. Non si sa quando capiti, ma in quella giornata particolare i morti risorgono: non tutti, certo, soltanto chi vuole, per rivedere le persone conosciute durante la vita, amiche o nemiche.
Dapprima scettico, Lorenzo sperimenterà di persona la veridicità del fatto, perché Irma, la zia di cui è l'erede, uscirà dalla tomba per cacciarlo dalla sua casa e per ucciderlo, perché Lorenzo cela un terribile segreto. Grazie all'aiuto di Anselmo e di altri suoi amici, Lorenzo riesce a sfuggire a Irmapazza, come veniva soprannominata la vecchia zia, ma, quando vorrà divulgare ciò che accade nel piccolo borgo, troverà l'opposizione di Anselmo e degli altri suoi compari, disposti a tutto pur di fermare quel "cittadino" che non vuole accettare di rispettare l'incomprensibile, quello che non si può spiegare e che deve essere difeso dalla sete di conoscenza dell'uomo. Il rispetto per l'incomprensibile - e per la morte - non è disgiunto dal rispetto per la vita, che è sacra, ma che l'uomo troppo spesso non rispetta: non è rispetto avvelenarsi con droghe, alcol, fumo, né sottoporsi al bisturi per motivi puramente estetici o, peggio ancora, decidere della vita e della morte di un bambino non ancora nato. Anselmo e i suoi amici non esiteranno a difendere con tutte le forze il segreto del Giorno dei morti, che appartiene soltanto al loro borgo.

Recensione

Inizio con una riflessione: ho scoperto negli scrittori italiani di tema horror, un genere vitale, autentico e in gran espansione. Se leggendo il titolo di questo libro avete pensato di trovarvi di fronte a un horror nel senso classico del termine, con squartamenti e zombi che si cibano di carne umana; scordatevelo! Accantonando i vecchi e abusati mostri, Filippo Semplici sceglie di raccontare una storia d'orrore originale e lontana dai soliti cliché. Si tratta di un sapiente intreccio narrativo che mantiene l'approccio satirico sul tema, con l'opportunità di avere un raro esempio di visione curiosa della morte, in cui l'autore tratteggia personaggi e caratteri con uno sguardo divertito. Assistiamo a questo fenomeno tanto strano quanto sinistro: per un giorno solo, in cui le cose procedono all'inverso, i morti che lo desiderano riprendono vita e tornano a casa. Il romanzo, molto credibile nonostante tutto, illustra con chiarezza quali potrebbero essere gli effetti pragmatici di un simile avvenimento sconcertante, lasciando ampio margine di riflessione. "Come reagireste se vostra zia tornasse dal mondo dei morti per regolare un vecchio conto?" La vicenda è ambientata in un paesino dell'entroterra in cui si respira la più tradizionale Toscana, con i suoi vecchietti a giocare a carte nel baretto sulla piazza principale e a leggere il giornale come se fosse il pane quotidiano. Siamo in un ambiente che Filippo Semplici domina al meglio, essendo nativo di questa regione. sviluppando la sua storia e descrivendo ambienti e situazioni che gli sono familiari, padroneggiando cosi' molto bene spazio e tempo. Il protagonista, Lorenzo, chirurgo fiorentino, cercherà di dare delle risposte raccogliendo testimonianze dagli anziani del paese. Confrontandosi soprattutto con Il becchino che conosce tutto di tutti e si prende cura delle anime passate a miglior vita. L'autore lo presenta come un custode di un segreto impronunciabile, circoscritto al piccolo paese: il giorno dei morti, senza una ricorrenza precisa, appartiene solo a loro. Un originale esercizio di fantasia, capace di coniugare il racconto noir alla satira più graffiante e irriverente. I dialoghi in dialetto toscano donano un tocco comico a tutta la lettura costringendo il lettore più e più volte ad interrompersi per ridere di gusto. I tempi narrativi sono serrati e non ci sono falle nella trama: l'autore dimostra un uso sapiente e felice della parola. Il piano narrativo è scorrevole, con una caratterizzazione dei personaggi che rendono adorabile il racconto. I colpi di scena lasciano lo stupore e sconcerto di un finale decisamente inatteso: non è l'horror a fare da traino, ma sono gli esseri umani e le loro reazioni, le loro scelte. Un romanzo davvero particolare, che a mio giudizio è molto positivo e ne consiglio vivamente la lettura. La storia è così bella e divertente che andrebbe letta a prescindere dal genere apprezzato.

Giuliana Guzzon

Formato: Formato Kindle
Dimensioni file: 189 KB
Lunghezza stampa: 93
Editore: Edizioni Esordienti E-book (13 aprile 2012)
Prezzo: 4.99


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