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Il giorno della locusta

Creato il 05 agosto 2013 da Albertocapece

00445458_bRicordo le antiche domeniche d’agosto, i giorni estenuati e svaporati che si stavano trasformando da arcaico rito solare a festa mobile della vacanza. E poi quelle in cui era esodo la parola chiave per celebrare la nuova alleanza col benessere, le lunghe file nelle scatole di metallo, i tormentoni da spiaggia, una sorta di catarsi civile in attesa del celebrato e un po’ angoscioso ritorno.

E credo che ricorderò anche la domenica appena passata con la sospensione rituale dell’intelligenza, della verità, del buon gusto, con quell’insulto alla civiltà che da sempre sono state le messe cantate del berlusconismo, ma questa volta con la maleodorante e feroce aria della fine, qualcosa a metà tra una Salò del mulino bianco e una recita del villaggio vacanze, qualcosa che ti mette davanti agli occhi il degrado umano e dunque anche politico del Paese. Una domenica in cui la cialtroneria e il putridume sono saltati fuori come da una fognatura rotta e a malapena rabberciata.

Già il venerdì e il sabato avevano fatto la loro parte quando si preparava la grande manifestazione in appoggio dell’Innocente per definizione, a cui il botulino è sceso dalla faccia fin nell’anima.  Il povero Sandro Bondi, inteso come povero di spirito, aveva sgangheratamente inneggiato alla guerra civile, mentre i grassatori di seconda fila come la Santanchè  celebravano la loro cialtroneria nella stessa maniera in cui vendono un’inesistente capacità politica . “La macchina organizzativa con me e Denis Verdini funziona benissimo” sosteneva la pasionaria fidanzata a Nosferatu. E sparava la balla di 500 pullman in arrivo. Sono arrivati solo gli autisti e alcuni patetici fascistelli di Alemanno con paga oraria che si sono espressi come potevano e come sanno inneggiando al duce. Quattro gatti noleggiati ad ascoltare il probo Cavaliere che assieme alla fidanzata di 50 anni più giovane, ha fatto il solito discorso della persecuzione, evocando il Calvario e tutto il copione già scritto da vent’anni. E poi i servetti delle sue televisioni che in quella sparuta folla di sfigati agostani intravvedevano una “folla imponente”. Ma che tristezza quella vecchia ragazza di merende di nome Cesara, non paga di vendere i servizi al miglior offerente in cambio di bustarellone da 10 mila euro.

Tutto questo sarebbe degno di una farsa, se la tragedia non fosse che la banda a cui si deve questa pietosa messa in scena e il suo racconto, governa il Paese. Governa col ricatto e la complicità del grande nulla in cui sono precipitati i suoi ex avversari. Governa sfruttando le illusioni di molti. Così la domenica appena trascorsa diventa un giorno della locusta, quello in cui si rivela il corso avvilente della politica e della nostra vita. Quello in cui ci scopriamo alienati da un minimo di verità e di dignità, depredati da un gruppo di locuste che fingono di essere coccinelle. E che per difendere le loro razzie e le loro menzogne sono pronti anche a schiacciare ciò che possono.


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