A quello di oggi, i leader europei hanno già fatto sapere in anticipo le loro mosse: la Merkel che non è disposta a prendersi carico dei debiti degli altri, Rajoy che avvisa che così (con questo spread) farà la fine della Grecia (e serviranno altri soldi allo stato, dopo i 100 miliardi alle banche), Hollande appoggia la linea di Monti perchè forse sa che la Francia (e le banche francesi) potrebbe avere in futuro gli stessi problemi dell'Italia.
E poi c'è Mario Monti: come per l'altro (super)Mario che queste sera dovrà farsi carico dell'attacco italiano contro la nazionale tedesca, anche il nostro premier si dovrà fare carico delle richieste dei paesi "deboli" dell'Europa nei confronti della riluttante Germania.
Certo, può presentarsi alla Merkel con "i compiti fatti", ma sa che alle spalle non ha un parlamento coeso.
Le due riforme fatte non risolveranno i problemi del paese (le migliaia di esodati e la crescita di disoccupazione giovanile).
Rimane molto da fare in termini di giustizia , corruzione, evasione e liberalizzazioni (non i taxi).
Nelle prossime settimane ci saranno altri decreti da approvare e il PDL fa sapere che non è più disposto a votare (eppure ha ottenuto una parziale riduzione dell'articolo 18, cosa che nemmeno Berlusconi era riuscito a fare).
Ci sarà il decreto per la spending review, una mezza manovra da svariati miliardi.
Ecco, in questi casi non sai cosa augurarti: nuove elezioni per rivedere i vecchi volti o cercare di sopportare questi tecnici.
Brunetta che considerava i precari l'Italia peggiore, o la Fornero che ci spiega come occorre lottare per un posto di lavoro.
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