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Il giovane cinema italiano in concorso al SulmonaCinema, XXIX edizione

Creato il 05 dicembre 2011 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

Il giovane cinema italiano in concorso al SulmonaCinema, XXIX edizione

Dal 3 al 7 dicembre torna il SulmonaCinema, importante appuntamento della settima arte  indipendente, che stavolta ha anche il merito di far riaprire i battenti, sia pure per pochi giorni, all’unica sala cinematografica sopravvissuta nella cittadina abruzzese e chiusa, in barba alla cultura, lo scorso maggio dalle autorità comunali.

Otto le opere prime e seconde in competizione, tutte firmate da giovani autori italiani, che verranno giudicate da una giuria presieduta da Enrico Ghezzi e composta da studenti delle scuole di cinema:  si va dall’intenso e suggestivo documentario The dark side of the sun (2011) di Carlo Hintermann alla commedia fumettistico-surreale Cacao (2010) di Luca Rea, passando attraverso storie di adolescenti come Corpo celeste (2011) di Alice Rohrwacher, L’estate di Giacomo (2011) di Alessandro Comodin e Diciotto anni (2011) di Elisabetta Rocchetti. Il festival andrà poi alla ricerca degli anni ’70 perduti con I primi della lista (2011) di Roan Johnson, approfondirà la tematica dell’immigrazione cinese e slava con Io sono Li (2011) di Andrea Segre e, infine, proietterà Tutto bene (2011) di Daniele Maggioni.

Inoltre, in omaggio al famoso poema epico di Ovidio, nato nella cittadina abruzzese, SulmonaCinema intitola Metamorfosi nel Mediterraneo una sezione dedicata alle trasformazioni in atto: qui si spazia dai cambiamenti politico-sociali delle “primavere arabe” (Tahrir, Liberation square, 2011, di Stefano Savona) alla trasfigurazione estetica del linguaggio cinematografico (Game over, 2011, di Federico Ercole e Alberto Momo). La figura del pensoso Ovidio campeggia tradizionalmente anche nel manifesto del festival, ma quest’anno è in curioso abbinamento grafico con un’icona pop degli anni ’70, il simbolo di Lotta Continua. Roberto Silvestri, direttore di SulmonaCinema spiega che non è “per nostalgia passatista degli anni di piombo, ma perchè si assiste al riemergere di quella sensibilità critica e anticonformista ‘anni settanta’ che fu alla base della meno ideologica e settaria delle battaglie culturali per la modernità, anche nelle punte d’iceberg del cinema contemporaneo più innovativo”.

Lucilla Colonna


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