In tanti pensano che il mondo finirà in quanto piove da giorni e molte terre si stanno sciogliendo. Molti motorini non riparati da un tetto si sono spezzettati e arrugginiti sotto il peso della pioggia. Il mio l’ho piazzato sotto un vietatissimo arco condominiale, perché ho avvertito che un’altra primavera ci sarà. Non ho ancora visto nessun biglietto minatorio, indice che la pioggia sta sfiancando persino la bacchettonaggine veneta e il rigorismo alla Gesù della maggior parte degli abitanti del campus udc in cui vivo.
Tuttavia, molte le relazioni d’amore conclusesi.
Il punto è che ciò che precede la catastrofe è il silenzio. Un silenzio ottuso, anche dei sensi. Una stasi.
Il mondo non finirà questa volta, ma preoccupiamoci quando, la nebbia, precederà la agognata fine.
Poi in verità smettiamola d credere nel global warming: da 2 anni ci puzziamo di freddo d’estate e d’inverno. Non è che perché un americano perde le elezioni noi dobbiamo fargli le condoglianze credendo alle sue strampalate teorie di marketing elettorale.
Cracc
Pacman
Nostradamus
Magical Cat Adventure
Snake