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Il Golem Blu: Recensione de Il Circo dei Vampiri di Richard Laymon

Creato il 02 settembre 2011 da Alessandro Manzetti @amanzetti
Il Golem Blu: Recensione de Il Circo dei Vampiri di Richard Laymon
Torno lentamente verso la mia cella, il corpo della donna è ancora nei miei occhi:  le gambe scomposte, le unghie spezzate, la lingua di fuori. L’anima che alla fine si arrende e si allontana, impossibile cercare di seguirne le tracce. Dovevo uccidere quella creatura, questo l’ordine del mio padrone, dovevo farlo in fretta e senza troppo rumore. Ma le sue grida si sono rivelate spaventose e poco umane, le forze disperate e triplicate. Ho scoperto che la donna è diversa dall’uomo, quando sta per morire si trasforma in un demone. Avrei dovuto sfondarle subito il cranio, ho perso tempo e mi sono spaventato. Non mi aspettavo quella gola di acciaio, incurante delle mie mani sulla trachea, della mia forza. Poi finalmente il buio, dopo secondi infiniti.
Mi fanno male le braccia, i graffi e i morsi pulsano, temo che l’anima del demone mi stia inseguendo, tra le ombre e i margini della campagna che mi separa dalla mia cella. Suoni, rami spezzati, il cielo che scende velocemente come un sipario. Finalmente chiudo la porta dietro di me, sono al sicuro. Il demone che ho ucciso, o forse liberato, mi ha ricordato il libro che voglio raccontarvi, Il Circo dei Vampiri di Richard Laymon. In quelle pagine ho conosciuto Valeria: demone, vampiro, creatura affascinante e mostruosa che colma tutto, ispirando ogni tessuto della storia, anche quando è invisibile. Valeria è la porta sconosciuta che le nostre emozioni cercano di aprire, che trascina le vite dei protagonisti del romanzo. Valeria è un demone. Riprendo fiato, mi siedo e faccio qualche passo indietro:
Siamo nel 1963, Richard Laymon ci trasporta a Grandville, una piccola provincia americana, che l’autore riesce a tagliare a fette immergendoci in una realtà cristallizzata nel tempo, immagini e antichi sapori che diventano presto nostri. I coltelli che Laymon usa per incidere la corteccia sociale, tanto da mostrarci il sangue, sono Dwight, Slim e Rusty. Tre adolescenti che crescono condividendo lo stesso cuore, lo stesso stomaco, lo stesso odore. Due ragazzi e una ragazza che cercano l’occasione giusta per evadere da prigioni invisibili con giardino e barbeque sempre acceso, da sbarre di fumo innalzate dalle sigarette di partite di bridge, dall’ipocrisia e dal sogno americano, dalla rassegnazione della via di mezzo. Se alcune componenti del plot e dei personaggi possono sembrare abusati  e stereotipati, Laymon scioglie ogni dubbio dopo poche pagine: siamo ben oltre sapienti artifici per guadagnarsi il lettore, siamo dentro un libro vero. Ma torniamo a noi.
Il Golem Blu: Recensione de Il Circo dei Vampiri di Richard Laymon
Più di tutto i ragazzi hanno bisogno di trovare se stessi, di riconoscersi durante una trasformazione che fa sudare fuoco e sogni. Distanti migliaia di chilometri da ogni cosa, anche quando vi sono imbevuti, radici famigliari ormai sfilacciate, amare, non più commestibili, Dwight, Slim e Rusty siamo noi, durante l’estate della nostra vita. Laymon ci regala un incredibile viaggio nel tempo, ci fa indossare una maglietta rossa e sentire l’erba sotto i piedi nudi,  lasciandoci galleggiare a lungo in uno spazio dimenticato.  Leggere Il Circo dei Vampiri è innanzitutto questo, sfogliare vecchie fotografie, ricordare, ritrovare. Ma non è tutto.
Laymon riesce ad andare oltre, proprio quando non ce lo aspettiamo. Viviamo le avventure di Dwight, Slim e Rusty con la consapevolezza di aver più o meno capito tutto, e se a Grandville arriva uno spettacolo itinerante di vampiri pensiamo che sia un semplice espediente per regalare sale e sangue alla storia, per renderla abbastanza horror. Non è così. Questo affascinante spettacolo rimane a lungo dietro le quinte, sembra il motore della storia ma non si muove, non si vede, è sempre dietro l’angolo. Eppure tutto sembra essere già avvenuto, tanta è la forza con cui Laymon anima ogni singola pagina, ogni piccolo evento, ogni respiro. Poi improvvisamente scopriamo la nuova meta di uno viaggio così antico, assistiamo allo spettacolo di Valeria, la bellissima vampira annunciata dal manifesto appeso ovunque in città. “Splendida, Affascinante, Letale!”
E qui torno alla mia terribile esperienza di stanotte, a quello che non mi aspettavo, al demone che ho incontrato. Laymon lascia esplodere la sua fantasia in ottanta pagine finali di palpitante accellerazione, dove il vero spettacolo è l’evocazione dell’autore della forza e della bellezza, dell’animale sopito dentro di noi, del sapore chimico della sopravvivenza e delle pulsioni, del sangue e della morte. Poi, quando si spengono le luci, quando ancora una volta pensiamo di avere finito il viaggio, Laymon spalanca la porta verso l’orrore più oscuro e inaspettato. L’ignoto, protagonista in un senso o nell’altro di tutta la storia, si svela in pochi  terribili secondi, che ci bastano per non dimenticare più. L’ignoto ha un viso e un corpo, l’ignoto ha fame...
Il Golem Blu: Recensione de Il Circo dei Vampiri di Richard Laymon
Io non sono umano come voi, non ho potuto assaporare tutte le emozioni che Laymon ha mescolato in questo libro. Non ho vissuto quella che voi chiamate adolescenza, non riesco a comprendere la magia e il mistero di un corpo e di una mente in continua mutazione. Dalle pagine del Circo dei Vampiri emergono odori, meccanismi di sogni e pulsioni tipicamente umane, oltre a una originale componente arcana e infernale che lascia senza fiato. Un golem non può giudicare questo libro così vostro e intimo, ma se avessi anch’io un’anima tutta intera probabilmente parlerei di un libro assolutamente indimenticabile, dalla rara pienezza. Peccato per qualche errore di editing.
Il padrone ha spento le luci, è ora di dormire. Forse sognerò nuovi demoni, sicuramente vivrò nell’attesa di poter camminare anch’io a piedi scalzi sull’erba di ricordi così vividi. Sognare e tremare. E lavarmi per sempre le mani da tutto questo sangue.
Il Circo dei Vampiri di Richard Laymon (Gargoyle Books)
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