Risulta almeno di cattivo gusto la dichiarazione all’Adnkronos del ministro Alfano: “Sono stato forgiato dall’antimafia”. Sono noti i gravi problemi del Pdl e il testo della sentenza di condanna definitiva di Dell’Utri non può lasciare indifferenti.
Nel giorno del giuramento del governo – un atto simbolico – un criminale compie un altro gesto simbolico. Arriva indisturbato davanti a Palazzo Chigi e spara, ferendo due carabinieri e una donna incinta.
Alfano, come l’assessore di un piccolo Comune, corre all’ospedale per parlare personalmente con l’attentatore. Un politico che si sostituisce agli inquirenti!
Alemanno lancia il solito avviso estremista: “Ecco che succede a fomentare l’odio”.
All’inizio di parla di uno squilibrato, poi il fratello nega i problemi psichici all’Adnkronos, poi arriva una controsmentita.
L’attentato è avvenuto in un momento di massima attenzione internazionale, quando più alta era la risonanza.
Che significa, se non che il governo è debole e privo di sostegno popolare?
L’attentato assomiglia tanto a un avvertimento: chiunque può sparare contro Palazzo Chigi, e d’altronde chiunque poteva introdursi a Palazzo Grazioli con un registratore, ai tempi di Berlusconi premier.