Anna Lombroso per il Simplicissimus
La grande menzogna consiste nel volerci persuadere che le azioni dei governi, l’austerità, la svendita del patrimonio nazionale e l’erosione dei diritti e delle garanzie servano per contrastare la crisi. Invece è la crisi che serve a contrastare conquiste dei lavoratori, per promuovere l’economia informale e le nuove schiavitù e scoraggiare l’accesso di molti a quello che vorrebbero fosse appannaggio di pochi, per favorire, soprattutto, l’alienazione dei beni comuni in favore della proprietà, la cancellazione della sovranità, già ampiamente attuata, preliminare all’annientamento della scomoda democrazia.
Ha subito un’accelerazione la profezia contenuta nel Manifesto: «Tutti gli antichi e arrugginiti rapporti della vita con tutto il loro seguito di opinioni e credenze ricevute e venerate per tradizione si dissolvono, e i nuovi rapporti che subentrano passano fra le anticaglie (…) Tutto ciò che aveva carattere stabile (…) si svapora, tutto ciò che era sacro viene profanato e gli uomini si trovano a dover considerare le loro condizioni di esistenza con occhi liberi da ogni illusione». Così prendono il posto delle radiose visioni del futuro le disincantate narrazioni della teologia del profitto, e la grande fede di una umanità in marcia verso i lidi dell’emancipazione universale è sostituita dal «concetto puramente geometrico del procedere innanzi» dall’ossessione del primato della tecnologia, dall’egemonia della scienza come capisaldi della crescita, possibilmente illimitata e profittevole. È persuasiva quella trasformazione “privata” del progresso al cui centro si erge la libertà - o meglio, le licenze – degli individui, l’eliminazione delle burocrazie, il premio al merito, il libero mercato come supremo ed equo regolatore delle relazioni sociali, tanto da esercitare una formidabile capacità di fascinazione, anche sui vecchi partiti della sinistra … e su giovani già vecchi. Ma quale futuro della nostra condizione possiamo intravedere dietro queste promesse? Quale pubblica felicità? Dopo trent’anni di propaganda “progressiva” il risultato è che le prossime generazioni vivranno peggio delle precedenti, i figli peggio dei padri, depredati già nella culla di suoli, boschi acqua e futuro.
Il Governo continua a puntare sulle privatizzazioni per dare ossigeno ai conti pubblici, ha annunciato il presidente del Consiglio. “ Presenteremo in autunno, appena sarà definito, il piano di privatizzazioni: ora non sono in grado di dire che cosa e quanto. Non voglio dare adito a speculazioni: ci lavoreremo fra agosto e settembre”. Perfino Quadrio Curzio ha dei dubbi: “Dismettere adesso in Italia sarebbe difficile o sbagliato per due ordini di motivi. Perchè i mercati sono deboli; perché le privatizzazioni/dismissioni devono essere precedute in alcuni settori da razionalizzazioni mentre in altri è necessaria una presenza pubblico-privato con una strategia di medio-lungo termine”.
Anche per irriducibili realisti, anche per gli ultras del pragmatismo, le svendite sono un passo irragionevole, controproducente e autolesionista fino al suicidio. Ma come stupirsi, hanno privatizzato partiti, parlamento, Costituzione. E proseguono su un terreno fertile per il profitto: l’etere, privatizzato da tante potenze economiche, l’aria che respiriamo, gli spazi urbani della nostra mobilità quotidiana, la bellezza del paesaggio, il tempo di vita. Sono stati traditi i referendum. La recente proposta di legge della giunta campana, nel ridisegnare i confini degli ambiti territoriali ottimali in cui è suddiviso il servizio idrico in Campania e quindi l’affidamento dello stesso, è esplicitamente studiata per provare ad seppellire la prima esperienza di ri- pubblicizzazione definitivamente completata dopo i referendum di 2 anni fa, quella che si è costruita attorno alla nuova Azienda speciale Abc di Napoli. Ieri il Pd, allineato come un ubbidiente soldatino ha salvato i fondi per la scuola privata, dando uno schiaffo alla consultazione popolare. In Sicilia il governo Crocetta ha deciso di mettere da parte la proposta di legge di iniziativa popolare promossa a suo tempo dal Forum siciliano per l’acqua, sostenuto da più di 135 amministrazioni locali e da 35.000 siciliani, in favore di una furba mediazione, che, nella sostanza, lascerebbe inalterato il quadro di gestione privatistica lì esistente. A Mantova è in corso una fortissima accelerazione per riavviare la procedura di gara per la scelta di un socio privato nella gestione del servizio idrico. Per non dire di quello sul finanziamento pubblico ai partiti, proditoriamente aggirato da appetiti insaziabili.
E d’altro canto ci sono sponsor delle liquidazioni che premono, Unione europea e Fondo Monetario Internazionale. L’ Europa tramite 6 raccomandazioni chiede di ” promuovere l’accesso al mercato per la prestazione dei servizi pubblici locali”; il secondo, sollecita e raccomanda: ” l’agenda delle privatizzazioni, specialmente a livello locale,…deve essere implementata velocemente”.
I salvatori dei conti della patria sanno bene – ammesso che sappiano qualcosa – che con le privatizzazioni la qualità dei servizi diminuisce, che quelle realizzate per far cassa nell’Europa Centrale e Orientale si sono tradotte in fallimenti, incrementando solo le disuguaglianze. In Grecia, in Spagna, in Portogallo si procede per privatizzazioni express, isole, porti, aeroporti, ferrovie.
Ci liquidano,: piazze sostituite da centri commerciali, spazi comuni trasformati in shopping mall. E presto perfino questa cittadinanza virtuale sarà circoscritta, ridotta, limitata, già oppressa da spot, inserzioni, consigli per gli acquisti.