Sulla legge elettorale, Matteo Renzi assicura che i numeri per completare la riforma ci sono anche se Berlusconi dovesse fare un repentino dietro front con riferimento al Patto del Nazareno e che il governo vede con favore il dialogo ma non il “discussionismo” con cui la politica italiana ha paralizzato il Paese negli ultimi decenni. «Nel Patto del Nazareno non c’è nessuna garanzia per Silvio Berlusconi né il progetto di leggi ad personam, perché quel tempo è finito –ha affermato in una recente intervista a Repubblica- Questa riforma non è la chiave di tutti i problemi, ma è il simbolo più forte. Dopo la sua approvazione, a settembre partono i mille giorni (…) Ci sono ancora quattro letture. Ma nessuno può pretendere di porre veti».
Nel frattempo, la scorsa settimana la conferenza dei capigruppo al Senato aveva stabilito a maggioranza il nuovo calendario, decidendo altresì che l’esame delle riforme riprendesse nella giornata di oggi, dalle ore 14 in poi, con la sola pausa di domenica 3 agosto –proposta impugnata dalle opposizioni ma fatta salva dall’Assemblea-. Nel primo pomeriggio del 2 agosto, con 162 sì, 39 no e un solo astenuto, il Senato ha inoltre approvato la fiducia posta dal governo sul decreto carceri. Si è trattato della 17esima fiducia ottenuta da Renzi, ora deciso a dare risposta alla spinosa questione del sovraffollamento delle carceri, da sempre punto dolente per l’Italia di fronte alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.
Un’altra novità introdotta dalla nuova legge riguarda il divieto di custodia cautelare in carcere in caso di pena non superiore ai 3 anni. In tal caso al soggetto sarà sottoposto solo agli arresti domiciliari. Naturalmente, questa previsione resta esclusa con riferimento ai delitti con elevata pericolosità sociale, quali sono ad es. i maltrattamenti in famiglia, lo stalking, i delitti di mafia e di terrorismo. Per i delitti nei quali manca la caratteristica dell’elevata pericolosità sociale, resta peraltro valida la previsione secondo cui trasgredendo ai domiciliari si va in carcere. Chi invece lascia il carcere per andare ai domiciliari lo farà senza essere scortato dagli agenti
Per quanto riguarda le norme sui provvedimenti restrittivi, queste si applicano ai minori di 25 anni –non più solo ai minori di 21-. Chi deve espiare la pena per un reato commesso finché era ancora minorenne, sarà affidato al personale dei servizi minorili fino all’età di 25 anni e l’esecuzione della pena sarà conforme al procedimento minorile, eccezion fatta per i casi di chiara pericolosità sociale.
Silvia Dal Maso
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