Esce oggi l'annuario dell'Istat riferito al 2010. Potete scaricare gratuitamente la versione PDF per la stampa, riassuntiva ma esauriente, proprio a questo indirizzo. Le voci prese in considerazioni sono tante e interessanti: ambiente e territorio, popolazione, sanità e salute, giustizia, occupazione etc etc.
Se questo fosse un blog politico starei qui a dirvi le solite ovvietà, che invece lascio volentieri alla stampa seria.
Quindi concentriamoci sulle voci “attività culturali e sociali”.
Oltre 32 milioni e 345.000 persone hanno visitato, nel 2009, i 419 luoghi di antichità e arte (di cui 207 musei e gallerie e 212 monumenti e aree archeologiche) presenti nel nostro Paese, con una contrazione rispetto all’anno precedente (-3,9%). In particolare, diminuiscono i visitatori degli istituti a pagamento.
---> Vi ricorda per caso il discorso dell'altro giorno con gli italiani con le pezze al sedere?
Nel 2010 oltre due terzi della popolazione di sei anni e oltre ha fruito di almeno uno spettacolo o intrattenimento fuori casa (70,8% uomini e 62,8% donne). Il cinema si conferma in cima alle preferenze: infatti, oltre una persona su due è andata almeno una volta a vedere un film in sala. Nella graduatoria seguono le visite a musei e mostre (30,1%), gli spettacoli sportivi (26,4%), il teatro (22,5%), la frequentazione di discoteche e balere (22,4%), le visite a siti archeologici e monumenti (23,2%), gli altri concerti di musica (21,4%).
---> Beh, direi che qui ci può anche stare. Credevo peggio.
Meno diffusa è l’abitudine alla lettura di giornali e libri: nel 2010 legge un quotidiano almeno una volta a settimana il 55% delle persone di 6 anni e più mentre il 46,8% si dedica alla lettura di libri, quest’ultimo valore è in aumento negli ultimi anni. Rimane invece sostanzialmente stabile al 15,2% la quota di lettori “forti”, cioè coloro che hanno letto 12 libri e più in un anno. I giovani di 11-14 anni sono i lettori più accaniti e continuano ad aumentare, il 71,3% di questa classe di età contro il 64,7 del 2009.
---> Annotazione numero 1: l'ufficio stampa dell'ISTAT dovrebbe assumere qualcuno in grado di scrivere. La costruzione del periodo è orrenda.
---> Dodici libri all'anno uguale “lettore forte”. Allora io sono un lettore nucleare, una sorta di Zeus in terra, o giù di lì.
---> Ma soprattutto: i giovani di 11-14 anni sono i lettori più accaniti. Per forza! Le librerie sono colonizzate da romanzi young adult! A questo punto sorge il dilemma: è meglio lasciare che questi giovani virgulti s'ingozzino al trogolo dei vampiri liceali e del fantasy per minus habens, oppure occorrerebbe nutrirli come Dio comanda?
Nel primo caso crescerebbero almeno con una naturale inclinazione alla lettura. E poi, volendo il cielo, si accorgerebbero che c'è ben altro a cui ambire che non quella robaccia lì. Come uno che cresce mangiando il Kinder Bueno e poi scopre la sana pasta alla carbonara.
Nel mentre però tale sistema alimenta un'editoria a dir poco di infima qualità, non tanto per la categoria anagrafica (ci sono romanzi YA meritevoli), bensì per l'oscenità dei trend narrativi reperibili in libreria.
È di ieri una scena terribile: tre ragazzine davanti all'area “vampiri” (ebbene esiste) della Feltrinelli in Corso Buenos Aires, con gli occhioni bagnati di lacrime, e una (la più nerd) che esclamava in tono sognante: “io li leggerei tutti!”
Mi sarei fatto esplodere con una granata stretta al petto, come gli ultimi giapponesi a Iwo Jima.