Le spiagge e il mare di una delle meno conosciute, ma più belle, fra le Cicladi. Se avete voglia di blu potete anche solo ‘guardare le figure’, c’è da rifarsi gli occhi.
“Felice l’uomo, pensavo, che prima di morire ha avuto la fortuna di navigare il mar Egeo”.
Nikos Kazantzakis “Zorba il Greco“
Cerca di restare così, Amorgos. Difficile da raggiungere, ai margini estremi delle Cicladi. Richiedi ai viaggiatori che ti desiderano un po’ di tempo e fatica: non meno di sette ore di traghetto o cinque su una nave più veloce, ma cara. Resta un’isola all’apparenza aspra e scontrosa, con le tue rocce a picco sul mare, la tua terra che sembra secca e inospitale. Resta così, con le tue strade invase dalle capre, le tue strisce d’asfalto tortuose e ripide, spazzate dal vento nei punti più alti. Resta così, un sogno per cui faticare, da raggiungere dopo un giorno intero di viaggio, stremati. Forse solo così, viene da pensare, resterai un’isola per il quale tutto questo vale la pena.
E’ quasi inevitabile che Luc Besson abbia girato in parte proprio qui uno strambo film degli anni ’90 intitolato proprio Le grand bleu. Il grande blu è proprio quello che ricordo di quest’isola. Lo ricordo perché è un’isola montuosa e stretta, in cui spesso il mare si domina dall’alto e ci si sente davvero persi nel Mediterraneo, specialmente quando si guarda verso est. E’ qui che finiscono le Cicladi e lo sguardo, per la prima volta da quando è iniziato il viaggio in nave, con sempre qualche isola o isoletta in vista, può spaziare senza fine. E’ davvero un blu onnipresente quello che si trova qui, un po’ ai margini, finora, dei grandi flussi turistici. E infatti scrivendone mi sembra quasi di fare un sacrilegio, di rivelare un segreto. In realtà non è poi davvero un segreto. I francesi l’hanno scoperta già da un po’ di tempo. La prima volta che scoprì l’esistenza di quest’isola fu leggendo la guida Routard Isole greche, che ne scriveva con entusiasmo e nostalgia. E da lì, l’immagine di quel coup de couer ci era rimasta in testa. E quando finalmente siamo riusciti ad andare ha rubato il cuore anche a noi.
Tramonto su Amorgos
(foto di Patrick Colgan, 2014)
Le spiagge di Amorgos
“Abbiamo scoperto una vera passione del cuore e anche voi non potrete sfuggire al colpo di fulmine”
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Le spiagge di Amorgos offrono in pochi chilometri una varietà estrema di colori e panorami: non è solo questione di sassi, scogli, sabbia. Se ti stanchi in fretta puoi facilmente cambiare due o tre spiagge in un giorno, diversissime l’una dall’altra. Per esempio, cominciando presto, si possono facilmente visitare Agios Pavlos, Nikoura e nel pomeriggio fare un bagno a Mouros, sulla costa est. Provo a raccontare quelle che ho visto.
Le spiagge del nord
Aegiali
La lunga striscia di sabbia del secondo porto dell’isola si difende tutto sommato bene per essere una spiaggia di città. Ma valeva davvero la pena arrivare fin qui per una spiaggia così banale? Affacciate sulla baia di Aegiali ci sono altre due strisce di sabbia davvero splendide e con più personalità. La prima, Levrosso è accessibile a piedi con un sentiero dalla spiaggia di Aegiali o, più semplicemente, da un piccolo parcheggio (deviazione a sinistra più o meno a metà lungo la strada di Tholaria). Se è pieno lasciate l’auto lungo la strada in modo che non intralci. Da qui parte una scalinata che scende fino al mare, costeggiando un bel complesso di residence e un bar taverna in posizione splendida. Dall’alto i gradini sembrano più faticosi di quanto siano in realtà e ne vale la pena perché la spiaggia è davvero graziosa che non è soffocata dalle case vicino a riva. Più isolata la vicina spiaggia di Psili Ammos, accessibile con un sentiero. Secondo la guida Routard dovrebbe esserci anche una barca che fa la spola dal porto di Aegiali, ma non era in servizio a inizio luglio (forse in agosto c’è).
Levrosso, Amorgos (foto di Patrick Colgan, 2014)
Agios Pavlos e Nikoura
Non lontano da Aegiali, lungo la strada per Chora, ci sono alcune delle spiagge più belle dell’isola. Giunti in vista dell’isola di Nikoura, sulla destra c’è uno spiazzo anonimo (ce ne sono diversi, bisogna cercare) dal quale si scende nell’idilliaca, piccolissima baia rocciosa di Limineraki, nascosta fra gli scogli. E’ uno straordinario punto per le immersioni subacquee (provato di persona) quindi potrebbe esserci un po’ di trambusto con viavai di mute e bombole quando i ragazzi del diving center arrivano e ripartono.
Limineraki, Amorgos (foto di Patrick Colgan, 2014)
Poco più avanti c’è uno dei punti più belli dell’isola, ritratto in moltissime foto. E’ uno di quegli spettacoli che superano la soglia del bello per entrare nel raro e nell’incredibile, di quelle sorprese che riservano ogni tanto le isole greche. E’ Agios Pavlos, una lingua di sassi bianchi che si perde nell’acqua turchese e che cambia forma a seconda di vento e maree. E’ una spiaggia davvero unica. Il consiglio è di arrivare presto, specie nei periodi di maggior afflusso turistico, perché il posto è davvero limitato. Alle spalle della spiaggia ci sono un residence, con una serie di villette intelligentemente costruite di pietra, indistinguibili da lontano rispetto alla normale roccia dell’isola, una taverna e un bar con piscina (immagino sia utilizzata di sera, perché con questo mare è quasi un insulto). Questo elenco può far sembrare che il tutto sia incredibilmente invasivo e che il posto sia rovinato. Non è così, il bar è a una certa distanza e su questa mezzaluna nel blu ci si riesce comunque a sentire fuori dal mondo.
Agios Pavlos, Amorgos (foto di Patrick Colgan, 2014)
Agios Pavlos, Amorgos. Per non nascondere nulla, ecco il bar con piscina. La foto schiaccia un po’, è decisamente più in alto e staccato dalla spiaggia (foto di Patrick Colgan, 2014)
clicca per vedere il panorama più grande!
Agios Pavlos, Amorgos
(foto di Patrick Colgan, 2014)
Le meraviglie di questo punto non finiscono però qui, anzi forse il punto più bello deve ancora arrivare, anche se è meno appariscente. Dal molo a lato di Agios Pavlos ogni ora (fino alle 18, ma informatevi) parte una barca che fa la spola con l’isola di Nikoura, proprio di fronte. Un tempo colonia di lebbrosi, ora l’isola è completamente disabitata, eccezion fatta per alcune capre. Nikoura offre una splendida spiaggia sabbiosa con acqua turchese. Forse, per la sua solitudine, per il suo aspetto selvaggio, per l’assenza di qualsiasi struttura è la mia preferita. Portatevi dell’acqua e magari un ombrellone perché qui non c’è proprio nulla!
Nikoura, Amorgos (foto di Patrick Colgan, 2014)
Nikoura, Amorgos (foto di Patrick Colgan, 2014)
Intorno a Katapola: Maltezi
La spiaggia più bella di Katapola, primo porto dell’isola, è probabilmente Maltezi. Si raggiunge a piedi scavallando il promontorio a sud della zona di Xilokeratidi – dove ci sono ottimi ristoranti sull’acqua – dall’altra parte della baia rispetto al porto. Oppure, proprio da lì potete prendere una barca (3.50 a testa, andata e ritorno) che fa la spola ogni ora fino alle 18 in pochi minuti. I volantini specificano che l’isola non è toccata dal meltemi, il forte vento che spazza le isole greche. In realtà di vento ne abbiamo trovato e non doveva essere tanto inusuale, visto che gli ombrelloni della parte attrezzata della spiaggia era ben assicurati con funi. Niente però da impedire di rilassarsi perfettamente su questa spiaggia dalla sabbia gialla e non particolarmente affascinante, ma con un’acqua spettacolare.
Maltezi, Amorgos. Nota: non è quella la barca con cui si arriva, è un ex peschereccio assai più grande (foto di Patrick Colgan, 2014)
Maltezi, Amorgos (foto di Patrick Colgan, 2014)
La costa orientale di Amorgos
Quando si guarda a oriente il paesaggio cambia rapidamente e Amorgos mostra un volto diverso. E’ un panorama aspro, che sembra interrotto bruscamente. Le rocce si tuffano a strapiombo sul mare e le spiagge si diradano, limitate ad alcune piccole calette, come ad Agia Anna (dove non siamo stati) o a Mouros, bella, stretta spiaggia di sassolini bianchi e grigi. Qui, in alto, vicino al parcheggio, ci sono anche un caffè e una taverna con un panorama eccezionale.
Mouros, Amorgos (foto di Patrick Colgan, 2014)
Le spiagge del sud
Scendendo verso sud l’isola cambia aspetto, si addolcisce leggermente, le montagne smettono di incombere, ma non aumenta la presenza umana. Poche case, pochissimi paesi annidati fra i rilievi, qui sembra tornare indietro di venti, trent’anni. Non andiamo verso il lido di Paradisis, ma ci dirigiamo verso la punta estrema di Amorgos. Sulla strada che porta verso la spiaggia di Kalokaritissa si vede, sulla destra, il vecchio relitto dell’Olympia, scenografia di unabella sequenza all’inizio del film Le grand bleu.
Il relitto dell’Olympia (foto di Patrick Colgan 2014)
Poco più avanti si arriva alla nostra destinazione, Kalokaritissa, graziosa baia dall’acqua di un turchese chiarissimo, quasi lattiginoso. L’abbiamo visitata in un giorno ventosissimo e non so se sia la norma. Ma gli ombrelloni della piccola area attrezzata (c’è anche un bar) erano decisamente robusti. Purtroppo la baia è ormeggio di moltissime barche che guastano un po’ il paesaggio, ma non troppo. Qui si sente già l’atmosfera del confine, della fine dell’isola.
Kalokaritissa, Amorgos
Kalokaritissa, Amorgos
Nei prossimi post, immersioni e trekking.
Amorgos: informazioni utili
Come arrivare
Nave e aereo. I collegamenti sono attivi tutto l’anno. Servizi giornalieri dal Pireo con i traghetti di Blue Ferries (34 euro, 7 ore e 40) o Sea Jets (59 euro, 4 ore e mezza), quest’ultima compagnia collega anche Rafina, secondo porto di Atene, molto vicino all’aeroporto (mezz’ora di bus). Orari e biglietti su siti come Direct Ferries (consigliato un certo anticipo in altissima stagione). Gli aeroporti più vicini sono Santorini e Naxos, entrambe ben collegate con Amorgos.
Naxos è collegata via nave anche con l’Express Skopelitis che da la spola, fermandosi alle piccole Cicladi.
Come spostarsi
Ad Amorgos è praticamente impossibile spostarsi in scooter, a meno di non volersi limitare alla zona nord dell’isola, intorno a Aegiali. Fra Aegiali, il capoluogo Chora (in alto sui monti) e Katapola c’è un’unica, ripida strada che sale fino a oltre 600 metri, poco adatta al motorino, specie quando c’è vento. L’alternativa all’auto è il quad. Non c’è reale bisogno invece di un fuoristrada. Tante le compagnie, come Thomas, Tomaso o Hermes e altre ancora. Servizi simili, prezzi simili (sui 30 euro al giorno per un’auto piccola, sconti su più giorni).
Dove alloggiare
Tutta l’isola è bella. Katapola è meglio collegata con i traghetti e ha più servizi, Aegiali è circondata da splendidi paesi (Tholaria, Langada, Potamos), dove si può anche pernottare senza essere lontani dal mare più che qualche chilometro. Ha un po’ di vita notturna in più ed è vicina ad alcune delle spiagge più belle. Il bellissimo capoluogo Chora è in cima ai monti, proprio al centro dell’isola, ma ben collegata e a un quarto d’ora dalla costa. Le strutture in generale non sono tantissime e nella settimana centrale di agosto Booking.com dava disponibilità zero. Conviene però chiamare lo stesso le strutture perché non sempre tutte le stanze sono ‘vendute’ su internet (e non tutte sono su Booking). Inoltre, se vi piace improvvisare, al porto come in tutte le isole ci sono sempre diversi affittacamere che aspettano i turisti.
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