Come si addice a questo big chill meteorologico, poltico e umano, partiamo dalla calcolatrice, il primo strumento contro la disinformazione sostanziale. Abbiamo avuto in due giorni 18 morti, una cifra agghiacciante pensando che, certo fa freddo, ma non sono i meno 30 o i meno 20 che regnano dall’Ucraina, al Baltico, ai Balcani: in questa area immensa abitata da 180 milioni di persone e suddivisa in stati poveri o al collasso, si sono avuti 271 morti. Volendo fare i tecnici fino in fondo, come piace a molti oggi, tenendo conto del differenziale di temperatura in rapporto al metabolismo umano, del reddito e del numero degli abitanti, il bilancio di morti italiano rappresenta una catastrofe che non ha uguali e che è paragonabile a quella Ucraina. Quando i media sventagliano una cifra di 300 morti in Europa per l’ondata di gelo e maltempo forniscono un dato reale utilizzato però in maniera da nascondere il significato dei nostri 18 morti.
Il numero dovrebbe far riflettere un governo impegnato a ridare credibilità all’Italia mentre questo nuovo dramma squaderna l’immagine di un Paese disorganizzato, fatiscente, impietoso e disposto solo a recitare la farsesca atellana dello scaricabarile. Invece dall’esecutivo non giunge alcun segnale se una vuota e striminzita dichiarazione di Monti fatta a Monaco, visto che l’uomo è sempre in Germania da qualche tempo e ieri qualche dichiarazione di personaggi minori in appoggio alla protezione civile e a smentita di Alemanno. Persino il ministro dell’Interno si barcamena e scopre l’acqua calda dicendo che ci vuole un piano per Roma. Mi chiedo se al di là di questo prudente e infingardo posizionamento politico o del disperato tentativo di Alemanno di nascondere per l’ennesima volta la sua incapacità, qualcuno si stia impegnando in qualche modo a subentrare nell’emergenza ai sindaci incapaci o agli altrettanto incapaci gestori del trasporto pubblico, ferrovie in primis.
No, il ministro Cancellieri, invece di fare ciò che le compete si dedica a dichiarazioni contro l’articolo 18 con argomenti che sarebbero indecorosi anche per un barista: dice che gli italiani vogliono il posto fisso vicino mamma. L’aggiunta della mamma è probabilmente un diabolico espediente per mostrare che dopotutto anche il ministro dell’Interno ha un pensiero originale e per nascondere il fatto che la Cancellieri ha sempre avuto il posto fisso, che più fisso non si può. Del resto come commissario a Bologna la Cancellieri si è distinta per il licenziamento di precari dalla pubblica amministrazione e decurtazione del salario accessorio, aumento della tarsu del 5%, aumento delle tariffe dei servizi scolastici, privatizzazione dei nidi, diminuzione degli orari e riduzione del personale, oltre a tagli sull’assistenza agli anziani. Le piace licenziare e prendersi la licenza di dire sciocchezze.
Ma in somma l’emergenza freddo pare che non interessi proprio a nessuno se non per la squallida polemica o per rivendicare l’affaristica protezione civile di Bertolaso. Abbiamo così ancora una volta la prova palmare che questo governo se ne frega dell’Italia nel suo complesso e che è lì per affermare i capisaldi dell’ideologia liberista, per fare ciò che il finanzcapitalismo impone, attraverso l’Europa . Che poi effettivamente le cose funzionino o meno, che l’Italia possa dotarsi di strutture di base competitive ed efficaci è cosa del tutto secondaria ed affidata alla favola delle privatizzazioni che hanno già avuto un catastrofico risultato con le ferrovie. Ma vallo a dire a chi è campato una vita raccontando questa fiaba.
Il governo è telefonato e tutto ciò che non interessa a chi è all’altro capo non interessa nemmeno a lui. Anzi mi viene il sospetto che si stia operando per la svendita piuttosto che per il risanamento, con la complicità di una politica vuota e ancillare. Ma quando lo scopriremo sarà troppo tardi, per ora ci possiamo crogiolare in questo “grande freddo” dove le persone sono numeri, le speranze un vizio e dove si deve sacrificare solo a una necessità creata ad arte.