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Il grande massacro dei gatti

Creato il 21 settembre 2013 da Libereditor

Questo libro indaga sui modi di pensare della Francia del Settecento. Tenta di mostrare non solo che cosa pensava la gente, ma come pensava – come interpretava il mondo, gli dava un senso e gli conferiva un significato emotivo. Invece di prendere la strada maestra della storia intellettuale, l’indagine ci conduce nel territorio vergine noto in Francia come histoire des mentalités, un genere storiografico al quale si potrebbe anche dare semplicemente il nome di storia culturale; esso tratta infatti la nostra civiltà nel modo stesso in cui gli antropologi studiano le culture a noi estranee. E’ storia nella sua varietà etnografica.
La maggior parte della gente tende a pensare che la storia culturale riguardi l’alta cultura, la cultura con la c maiuscola. La storia della cultura con la minuscola risale fino a Burckhardt, se non a Erodoto; ma è tuttora poco familiare e ricca di sorprese.

Il grande massacro dei gattiIl grande massacro dei gatti, come libro, nasce da un corso che Robert Darnton tenne presso la Princeton University a partire dal 1972. E’ un’opera policroma, screziata e multicolore che indaga sui modi di pensare della Francia del Settecento e che illustra in modo originale non solo cosa pensava la gente, ma come pensava e interpretava il mondo. Invece di prendere la strada maestra della storia intellettuale, Darnton ci conduce in ambito storico culturale riempiendosi di domande e illuminandoci in modo molto efficace e persuasivo.
“Quali cose servono a pensare? E’ la domanda con cui venticinque anni fa Claude Lévi-Strauss si accostò ai totem e ai tatuaggi dell’Amazzonia. Perché non tentare di far lo stesso per la Francia del Settecento? Perché non è possibile intervistare i francesi del Settecento, replicherà lo scettico; e per ribadire il concetto aggiungerà che gli archivi non possono mai sostituire l’indagine sul campo…”

Robert Darnton, Il grande massacro dei gatti, traduzione di Renato Pasta, Adelphi, 2013.


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