Stallone e De Niro pugili eterni rivali nella commedia di Peter Segal: comicità un po' stantia e un incontro di boxe da geriatrico…
Ogni tanto viene da chiedersi perchè Hollywood si senta in dovere di produrre film come Il grande match. Insomma come si può pensare di puntare su un soggetto che prevede un ultimo scontro sul ring di due ex pugili ormai in pensione, bolsi e stanchi utilizzando due attori sulla via della bollitura ed uscire vincitori. Sylvester Stallone e Robert De Niro evidentemente ci hanno creduto e, riempite le tasche di soldi, eccoli indossare nuovamente i guantoni. Billy “the kid” McDonnen e Henry “Razor” Sharp sono ex pugili ormai anziani che non hanno mai smesso di essere rivali ne tantomeno di odiarsi. Un produttore, col pallino degli affari, fiuta che questo astio può essere sfruttato a livello mediatico per organizzare un nuovo ultimo scontro sul ring tra i due. Per i due (ex) pugili non sarà vita facile, perchè dovranno fare i conti col loro passato e i duri allenamenti sempre più difficili considerata la veneranda età.
Il grande match si presenta come una commedia e non poteva essere altrimenti, un po' per i presupposti della storia abbastanza “demenziali” e poi per la presenza di Peter Segal in cabina di regia autore di film quali Una pallottola spuntata 33 e 1/3, 50 volte il primo bacio, Terapia d'urto.
Dunque, quando nel finale di Il grande match si arriva al fatidico incontro tutto esplode. L'incontro è girato, montato ma soprattutto interpretato in maniera imbarazzante. Sembra di essere spettatori di una sfida tragica tra due mostri mummificati e decadenti. Uno spettacolo indecoroso. E' cinema che vorrebbe essere consapevolmente comico ma cade nel ridicolo involontario e trascina nel baratro tutto quello che ci poteva essere di buono anche se solo in minima parte. Veramente improponibile.
AGONIZZANTE
Valerio Daloiso
Regia: Peter Segal – Cast: Sylvester Stallone, Robert De Niro, Kim Basinger, Alan Arkin, Kevin Hart – USA, 2013 – Durata: 113 min.
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