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Il Grande Teatro 2015-2016: 30 anni e 10 e lode

Creato il 30 settembre 2015 da Dismappa

Teatro Nuovo di Verona
Rassegna Il Grande Teatro
Novembre 2015 - Aprile 2016

Dal 10 al 15 novembre 2015
"Decamerone Vizi, virtù, passioni"
adattamento e regia Marco Baliani

Il Grande Teatro 2015-2016: 30 anni e 10 e lode
Foto e video della conferenza stampa


Il Grande Teatro 2015-2016: 30 anni e 10 e lode

Biglietti disabile+accompagnatore a 10 euro
Il Teatro Nuovo è firmatario delManifesto dei Teatri accessibili e aderisce alla promozione Teatri 10 e lode

Programma in dettaglio

Sulla scena è parcheggiato un carro-furgone, "casa" e teatro viaggiante della compagnia che si appresta a mettere in scena l'opera. La modularità del carro, favorirà la messa in scena di sette novelle del Decamerone, permettendo di volta in volta la creazione degli spazi e delle suggestioni necessarie alle storie che si vanno a narrare.
Una grande passione anima la compagnia, ma non altrettanto grandi sono le loro risorse materiali, si alterneranno quindi in un susseguirsi di ruoli e vicende, forti della loro arte teatrale.

NOTE DI REGIA

Le storie servono a rendere il mondo meno terribile, a immaginare altre vite, diverse da quella che si sta faticosamente vivendo.
Le storie servono ad allontanare, per un poco di tempo, l'alito della morte.
Finché si racconta, e c'è una voce che narra siamo ancora vivi, lui o lei che racconta e noi che ascoltiamo.
Per questo nel Decamerone ci si sposta da Firenze verso la collina e lì si principia a raccontare. La città è appestata, servono storie che facciano dimenticare, storie di amori, erotici, furiosi, storie grottesche, paurose, purché siano storie, e raccontate bene, perché la morte là fuori si avvicina con denti affilati e agogna la preda.
Abbiamo scelto di raccontare alcune novelle del Decamerone di Boccaccio perché oggi ad essere appestato è il nostro vivere civile.
Percepiamo i miasmi mortiferi, le corruzioni, gli inquinamenti, le mafie, l'impudicizia e l'impudenza dei potenti, la menzogna, lo sfruttamento dei più deboli, il malaffare.
In questa progressiva perdita di un civile sentire, ci è sembrato importante far risuonare la voce del Boccaccio attraverso le nostre voci di teatranti.
Per ricordare che possediamo tesori linguistici pari ai nostri tesori paesaggistici e naturali, un'altra Italia, che non compare nei bollettini della disfatta giornaliera con la quale la peste ci avvilisce.
Per raccontarci storie che ci rendano più aperti alla possibilità di altre esistenze, fuori da questo reality in cui ci ritroviamo a recitare come partecipanti di un globale Grande Fratello.
Perché anche se le storie sembrano buffe, quegli amorazzi triviali, quelle strafottenti invenzioni che muovono al riso e allo sberleffo, mostrano poi, sotto sotto, il mistero della vita stessa o quell'amarezza lucida che risveglia di colpo la coscienza. Potremmo così scoprire che il re è nudo, e che per liberarci dall'appestamento, dobbiamo partire dalle nostre fragilità e debolezze, riconoscerle e riderci sopra, magari digrignando i denti.

Marco Baliani

8 - 13 dicembre 2015
Scandalo
Teatro Nuovo

Scritta nel 1898, Das Vermächtnis, questa bellissima commedia tutt'ora inedita in Italia, potremmo raccontarla anche così: immaginiamo che, oggi, il figlio adorato di una famiglia dell'alta borghesia si innamori di una ragazza proveniente da un altro mondo, un mondo lontano dalla forma, dai modi, dai rapporti sociali che circondano questa famiglia; in breve, una ragazza di bassa estrazione sociale, o un'immigrata; e che da questa relazione segreta, nasca una creatura. Il giovane ha poi un grave incidente; capisce che morirà e a quel punto, svela questa storia d'amore ai genitori e chiede loro, come ultimo desiderio, di accogliere in casa la ragazza e il bambino. Stupore e sconcerto, dapprima, ma poi la famiglia acconsente. La ragazza entra in quella che, crede, diverrà la sua famiglia.
All'inizio è accolta con calore; le persone che le ruotano attorno paiono accettarla, ma lentamente e, inesorabilmente, alcuni segnali di distacco cominciano a manifestarsi. Dapprima gli amici della cerchia iniziano a non frequentare più quel luogo; il promesso fidanzato della sorella del giovane fa notare, con sempre maggior insistenza, l'imbarazzo che crea nel loro ambiente questa presenza estranea; lo stesso padre dà segni, quasi involontari, di fastidio per questa nuova situazione, e le donne - le quali, se leviamo un amico del giovane, sono le principali presenze positive in quel mondo - hanno sempre maggior difficoltà a contrastare questa determinazione a tornare a rinchiudersi nel proprio mondo, isolando l'elemento di disturbo. Poi il bambino muore e la ragazza è sempre più sola ed estranea, e neppure la cognata del padrone di casa, un personaggio forte che mette a nudo in tanti momenti le piccinerie, le volgarità, le sottili violenze che permeano quell'ambiente, riuscirà più a fermare il definitivo abbandono della ragazza: e sarà un abbandono drammatico.
Oggi, come nella Vienna di fine Ottocento. Feroce è l'attacco di Schnitzler alla società, ma costruito senza alcuna forzatura; quasi senza accorgersene, grazie alla sapiente costruzione dei dialoghi e delle scene, il pubblico è trascinato dentro questa commedia amara: e si renderà conto solo alla chiusura del sipario di aver assistito al lucido smascheramento dei lati oscuri e perversi di una società.

SCANDALO

Lo spettacolo - 1500 battute

Un amore giovane e profondo, che travolge gli schemi stantii della società: è quello che lega Hugo, rampollo dell'alta borghesia e Toni, ragazza invece di bassa estrazione. È quello da cui nasce Franz, per quattro anni tenuto nascosto alla famiglia di lui, come la loro felice relazione. Improvvisamente però Hugo ha un incidente e, in fin di vita, chiede alla famiglia di accogliere il figlio e la donna. La famiglia affronta lo scandalo, crede di poterne reggere i contraccolpi: Toni e il bimbo entrano nella ricca casa dei Losatti circondati d'affetto, tanto che la giovane inizia a immaginare una nuova vita.
Ma in breve la presenza estranea inizia a suscitare insofferenza: si allontanano gli amici, muta il
peso della famiglia in società, e se le donne continuano a proteggere i nuovi arrivati, gli uomini
mostrano sempre più chiaramente il loro disappunto per la situazione. A far deflagrare il fragile
equilibrio è l'improvvisa morte del piccolo Franz: dopo nulla potrà più arginare la vigliaccheria e la volgarità di quell'ambiente dorato, né la sottile violenza delle convenzioni sociali. E Toni ne sarà drammaticamente soffocata.
Nell'Italia di oggi o nella Vienna di Schnitzler, il sospetto, l'esclusione e il rifiuto per l'"altro" sono armi taglienti che mietono vittime. È dunque antesignana e ancora incisiva la denuncia di Schnitzler, cui Franco Però restituisce respiro e intensità in uno spettacolo avvincente, che si avvale di un'ottima compagnia d'interpreti, capitanati da Franco Castellano e Stefania Rocca, nomi di primo piano nel cinema e nel teatro contemporanei.

DAS VERMÄCHTNIS / SCANDALO

Nota del regista

26 - 31 gennaio 2016
The pride
Teatro Nuovo

23 - 28 febbraio 2016
Provando . . . Dobbiamo parlare
Teatro Nuovo

Una coppia che funzioni in questo modo, spesso è tesa a gestire il suo status sulla base del calcolo e della scorrettezza, dimentica ormai da anni che il motore che li unì un tempo fu l'amore. Ebbene immaginiamo che i migliori amici di una coppia come questa, siano due che stanno insieme invece per tutt'altre ragioni. Non sono sposati, non hanno proprietà, terreni da dividere, case da accaparrarsi, non sono cointestatari di un conto in banca, e per quel che riguarda i beni materiali condividono solo un bell'attico in affitto al centro di Roma e "quintalate" di libri che non sanno più dove mettere. Lui è uno scrittore, un Premio Strega, due bestseller alle spalle, cinquant'anni ben portati e la trascuratezza da intellettuale consumato e progressista; lei vent'anni più giovane e il fascino di chi pende ancora dalle labbra del maestro, il suo fidanzato in questo caso. Inoltre questi ultimi due a differenza dell'altra coppia anziché fare figli hanno scritto dei libri insieme - i libri di lui a dire il vero - e un'insana necessità di dirsi sempre tutto, questo almeno nelle intenzioni.

Adesso, l'anomalia di queste due coppie è senza dubbio che sono amici e che non ci sia un weekend, una vacanza, un'uscita, una festa comandata, che i quattro non trascorrano insieme. Supponiamo adesso che la coppia borghese, proprio come ogni coppia borghese che si rispetti, stia attraversando la sua ennesima crisi coniugale, questione di corna nello specifico, e che si sia fiondata a casa degli altri due anche una sera in cui non avevano messo in conto di vedersi. Ma in fondo non è proprio nel momento del bisogno che servono gli amici? Ed ecco così che la serata si fa notte e il salotto con tanto di vista da tremila euro al mese diventa un vero e proprio scenario di guerra in cui non solo emergono tutte le differenze tra le due coppie, ma i loro diversi punti di vista, le distanze, ciò che di ognuno l'altro non sopporta, tutto quel groviglio del non-detto che fino a quel momento soggiaceva sul fondo della coscienza. Col risultato che all'indomani della battaglia, alle prime luci del giorno, nonostante le premesse, quella più divisa sarà proprio la coppia tenuta insieme solo dall'amore. Ma perché l'amore forse non basta?

15 - 20 marzo 2016
Il deserto dei tartari
Teatro Nuovo

Di: Dino Buzzati
Adattamento: Paolo Valerio
Scene: Antonio Panzuto
Video: Raffaella Rivi
Costumi: Chiara Defant
Musiche originali: Antonio Di Pofi
Regia: Paolo Valerio
15 marzo 2016 20:45
16 marzo 2016 20:45
17 marzo 2016 20:45
18 marzo 2016 20:45
19 marzo 2016 20:45
20 marzo 2016 04:00
"Il deserto dei Tartari" è forse il più famoso romanzo di Dino Buzzati e segnò la sua vera consacrazione tra i grandi scrittori del Novecento italiano. Lo scrittore bellunese in un'intervista affermò che lo spunto per il romanzo, il cui tema portante è quello della fuga del tempo, era nato "dalla monotona routine redazionale notturna che facevo a quei tempi. Molto spesso avevo l'idea che quel tran tran dovesse andare avanti senza termine e che mi avrebbe consumato così inutilmente la vita. È un sentimento comune, io penso, alla maggioranza degli uomini, soprattutto se incasellati nell'esistenza ad orario delle città. La trasposizione di questa idea in un mondo militare fantastico è stata per me quasi istintiva". Dino Buzzati

In passato ho già avuto modo di realizzare degli spettacoli tratti dai testi di Buzzati, tra i quali "Sette Piani" e "Poema a Fumetti", oltre a "La meravigliosa invasione degli orsi in Sicilia" ed alcuni racconti. Il mondo di Buzzati è un mondo affascinante e misterioso e ne "Il deserto dei Tartari" , il suo romanzo più famoso, sono presenti tutte le sue tematiche principali, oltre al suo immaginario onirico di paesaggi e personaggi.
In questo spettacolo cercherò quindi di rendere per immagini questo mondo fantastico e senza tempo della Fortezza Bastiani, di far vivere agli spettatori l'attesa dell'arrivo dei Tartari e di portare in scena le descrizioni meravigliose del romanzo attraverso i personaggi che di volta in volta si faranno anche narratori in scena, rendendo veri e presenti anche i momenti più lirici del testo.

Paolo Valerio


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