Il'ja Repin, I Cosacchi dello Zaporož'e scrivono una lettera al Sultano di Turchia
La sua opera rappresenta una delle più significative manifestazioni della cultura artistica russa della seconda metà del XIX secolo. Per l'ampiezza della comprensione degli aspetti della vita e del loro riflesso sull'arte, per la varietà di interessi, non ha eguali nella pittura russa precedente e contemporanea. Figlio di un modesto soldato, terminò l'Accademia con la medaglia d'oro per La resurrezione della figlia di Giairo.Dopo gli esordi come pittore realista, a partire dal 1890 egli si rivolse ai temi bilbici, attraverso i quali espresse le problematiche sociali e filosofiche che agitavano la società russa dell'epoca. Su questa evoluzione che lo portò a una forma di simbolismo, pesò in maniera notevole l'influenza di Tolstoij.Il'ja Repin, ritratto di Lev Tolstoij
Uno dei dipinti più complessi di Repin, I Cosacchi dello Zaporož'e scrivono una lettera al Sultano di Turchia, occupò molti anni della sua vita. Ideò l'opera a seguito di letture di passatempo, ma Repin credeva davvero negli ideali dei cosacchi: libertà, eguaglianza e fratellanza; in breve, nel repubblicanesimo cosacco. Iniziato alla fine degli anni 1870, il quadro fu completato solo nel 1891. Fu subito acquistato dallo zar Alessandro III, che pagò ben 35.000 rubli per l'opera, una cifra enorme per l'epoca. Il dipinto, di grandi dimensioni, coglie appieno il divertimento dei cosacchi mentre sono intenti ad inventare insulti e volgarità da inserire in una lettera di risposta a quella indirizzata loro dal Sultano Mehmet IV.Da pensionato visse tra il 1873 e il 1876 in Francia, visitando Italia, Inghilterra e Germania. Prese parte a numerose mostre internazionali: Vienna (1873), Parigi (1878 e 1900), Berlino (1896), Venezia (1897) e Roma (1911). Insegnò all'Accademia di San Pietroburgo.È stato intitolato in suo onore l'asteroide 2468 Repin.