Magazine Avventura / Azione
Regia: Michael Wintebottom
Intepreti: Casey Affleck, Jessica Alba, Kate Hudson
Fotografia: Marcel Zynskind
Montaggio: Mags Arnold
Jim Thompson è uno degli autori di romanzi più profondamente e intrinsecamente cinematografici dell'epoca contemporanea. Non è un caso che fosse uno degli scrittori preferiti di Kubrick, assieme al quale collaborò alla stesura delle sceneggiature di Rapina a mano armata e Orizzonti di Gloria, e che le sue opere di narrativa abbiano spesso dato origine a trasposizioni cinematografiche, tra cui la più celebre è senz'altro Getaway di Peckinpah
Naturale, dunque, che anche il romanzo oggi ritenuto il suo capolavoro (anche se all'epoca fu sonoramente criticato e frainteso), vale a dire L'assassino che è in me sia stato oggetto di adattamenti cinematografici.
La maggiore difficoltà nel tradurre in termini visivi questo sconvolgente e glaciale racconto pulp dipende dal fatto che L'assassino che è in me è, per dirla con le parole di Kubrick, una delle più sconvolgenti e credibili narrazioni in prima persona di una mente criminale che siano mai state scritte. La particolarità della scrittura thopsoniana è, infatti, quella di fare ricorso alla tecnica del monologo interiore per immergere letteralmente il lettore dentro la psiche deviata del protagonista Lou Ford, sceriffo della piccola cittadina texana di Central City, che utilizza la propria condizione di superiorità legale per macchiarsi dei più oscuri e orrendi atti di sadismo.Si può comprendere facilmente allora tutta la difficoltà nella realizzazione di un simile progetto cinematografico. Va dato atto a Winterbottom di aver dimostrato un atteggiamento di profondo rispetto nei confronti dell'opera originale, decidendo di attenersi alla lettera all'intreccio narrativo e andando fino in fondo nella rappresentazione della violenza insensata del protagonista.
Non potendo contare su una rappresentazione soggettiva della realtà - resa nella parola scritta attraverso il monologo interiore - la versione cinematografica finisce per mostrare una realtà oggettivizzata cui il regista sembra aderire in maniera compiaciuta. Non basta la "furtiva lacrima" che sorprende Lou dopo aver assassinato ferocemente la sua ragazza a renderlo un personaggio umanamente complesso.
The Killer Inside Me dimostra come la strategia di seguire una trasposizione il più possibile letterale di un testo molto spesso si rivela in realtà non funzionale nel trasmettere la reale atmosfera dell'opera originale, una re-interpretazione è necessaria e non riesco a non concepirla (Shining su tutti). Nonostante questo gli attori sono all'altezza, a partire da Casey per finire con la Hudson passando per la Alba. La colonna sonora è orecchiabile ed è un piacere intermezzo narrativo per passare alla scena successiva;
Non un capolavoro ma passabile, piacevole e poi in fin dei conti ammirare in scena la Alba e la Hudson è sempre un bel vedere.. Non oso pensare a quali artifici visivi avrebbe escogitato il maestro Kubrick per tradurre la vera essenza cinematografica che si cela dietro la lucida e scaltra follia di Lou Ford.
Godo solo all'idea
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