Alla fine di novembre dello scorso
anno, durante un pranzo in famiglia, il Kindle – portato dal mio
corriere preferito in un pacco aperto (qualcuno benedica l'onesta di
questi uomini che non hanno aperto e preso assolutamente nulla) fa il
suo ingresso trionfale nella mia vita, variando ed arricchendo le mie
“abitudini letterarie”.
Ho sempre pensato al concetto di ebook
reader come distruttivo e culturalmente insopportabile: perché
i libri si toccano, si annusano, si ammirano sulle nostre librerie
sempre troppo piccole, si sfogliano nel vero senso della parola,
toccando le pagine e stringendole tra i polpastrelli. C'è tutta una
parte sensoriale che nessun Kindle potrà mai darti. Insomma, un
reader è un surrogato. Surrogato di libreria, di pagina, di
“orecchietta a bordo pagina”, surrogato di appunto e di
sottolineatura. È un chiaro esempio di realtà artificiale: mi
immagino una casa fredda, arredata da sole sterili macchine, aggeggi
infernali che, una volta in funzione, riempiono la casa di un rustico
mobilio dall'aria costosa ma così calda e famigliare.. Un luogo
apparentemente rigenerante, vivo e rigoglioso, ristoratore di stupidi
sensi incapaci di distinguere la realtà da una bella finzione.
È proprio questo che mi disturba di
più del reader: non vedo i libri, leggo delle storie e basta. Non
sono nella mia libreria fisica, soltanto in quella digitale. Talvolta
mi dimentico persino della loro esistenza. Per quanto siano reali,
per quanto siano vere storie su di un supporto digitale rimangono, a
conti fatti, astrazioni, ombre sbiadite di un libro vero e proprio.
Più fredde sicuramente, meno emozionanti.
Perché l'ho comprato, quindi? Ero
allettata dalla possibilità di acquistare libri ad un prezzo così
basso, allettata dalla praticità di un oggetto che ti permette di
soddisfare una curiosità direttamente da casa tua senza dover
metterti alla guida alla volta della libreria più vicina. Volevo una
comodità – contaminazione da pensiero consumista? Molto probabile
– e me la sono procurata. Quando ti trovi davanti ad un libro che
in libreria ti costa 15,00€ e su ibs sezione reader lo paghi 0,99€,
inizi a porti alcune domande, ti fai qualche conto in tasca e capisci
che, per una persona come te che i libri deve averli - e non in
prestito per qualche tempo – conviene, eccome se conviene. Tra
l'altro, è uno strumento molto comodo, un piccolo (e leggero)
mattoncino da portare con te in borsa e da leggere quando vuoi.
Proprio questi elementi mi costringono
ad ammettere i benefici del digitale: credevo fosse scomodo ma, una
volta azzeccato il giusto formato (God bless Calibre), ho capito che
non lo è. Anzi, risulta essere piuttosto pratico ed intuitivo,
decretando un'esperienza di lettura “piuttosto” realistica.
Chiudiamo questo piccolo post con una
domanda, quindi: meglio digitale o cartaceo? Cartaceo, senza ombra di
dubbio. Per tutte le ragioni che vi ho elencato sopra e, perché, la
lettura tradizionale è quella che fa per me e piace a me. Il Kindle,
però, è stato una bella scoperta: comoda e, soprattutto, economica
alternativa al dilapidare la fortuna di famiglia in libri cartacei
troppo costosi! Un'integrazione, direi, un modo per arricchire la
prima.
Magazine Libri
Alla fine di novembre dello scorso
anno, durante un pranzo in famiglia, il Kindle – portato dal mio
corriere preferito in un pacco aperto (qualcuno benedica l'onesta di
questi uomini che non hanno aperto e preso assolutamente nulla) fa il
suo ingresso trionfale nella mia vita, variando ed arricchendo le mie
“abitudini letterarie”.
Ho sempre pensato al concetto di ebook
reader come distruttivo e culturalmente insopportabile: perché
i libri si toccano, si annusano, si ammirano sulle nostre librerie
sempre troppo piccole, si sfogliano nel vero senso della parola,
toccando le pagine e stringendole tra i polpastrelli. C'è tutta una
parte sensoriale che nessun Kindle potrà mai darti. Insomma, un
reader è un surrogato. Surrogato di libreria, di pagina, di
“orecchietta a bordo pagina”, surrogato di appunto e di
sottolineatura. È un chiaro esempio di realtà artificiale: mi
immagino una casa fredda, arredata da sole sterili macchine, aggeggi
infernali che, una volta in funzione, riempiono la casa di un rustico
mobilio dall'aria costosa ma così calda e famigliare.. Un luogo
apparentemente rigenerante, vivo e rigoglioso, ristoratore di stupidi
sensi incapaci di distinguere la realtà da una bella finzione.
È proprio questo che mi disturba di
più del reader: non vedo i libri, leggo delle storie e basta. Non
sono nella mia libreria fisica, soltanto in quella digitale. Talvolta
mi dimentico persino della loro esistenza. Per quanto siano reali,
per quanto siano vere storie su di un supporto digitale rimangono, a
conti fatti, astrazioni, ombre sbiadite di un libro vero e proprio.
Più fredde sicuramente, meno emozionanti.
Perché l'ho comprato, quindi? Ero
allettata dalla possibilità di acquistare libri ad un prezzo così
basso, allettata dalla praticità di un oggetto che ti permette di
soddisfare una curiosità direttamente da casa tua senza dover
metterti alla guida alla volta della libreria più vicina. Volevo una
comodità – contaminazione da pensiero consumista? Molto probabile
– e me la sono procurata. Quando ti trovi davanti ad un libro che
in libreria ti costa 15,00€ e su ibs sezione reader lo paghi 0,99€,
inizi a porti alcune domande, ti fai qualche conto in tasca e capisci
che, per una persona come te che i libri deve averli - e non in
prestito per qualche tempo – conviene, eccome se conviene. Tra
l'altro, è uno strumento molto comodo, un piccolo (e leggero)
mattoncino da portare con te in borsa e da leggere quando vuoi.
Proprio questi elementi mi costringono
ad ammettere i benefici del digitale: credevo fosse scomodo ma, una
volta azzeccato il giusto formato (God bless Calibre), ho capito che
non lo è. Anzi, risulta essere piuttosto pratico ed intuitivo,
decretando un'esperienza di lettura “piuttosto” realistica.
Chiudiamo questo piccolo post con una
domanda, quindi: meglio digitale o cartaceo? Cartaceo, senza ombra di
dubbio. Per tutte le ragioni che vi ho elencato sopra e, perché, la
lettura tradizionale è quella che fa per me e piace a me. Il Kindle,
però, è stato una bella scoperta: comoda e, soprattutto, economica
alternativa al dilapidare la fortuna di famiglia in libri cartacei
troppo costosi! Un'integrazione, direi, un modo per arricchire la
prima.
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