Intermezzo estivoMi trovo nel labirinto, il labirinto della mia esistenza. Non so bene come ci sono finita, probabilmente ci sono sempre stata, da quando esisto e forse da prima. Mi trovo in questo labirinto con il filo della mia matassa, l’antico dispiegarsi degli eventi e delle emozioni vissute. Tutte lì, intricate e ben custodite.A che serve una matassa se non a costruire una trama, un opera d’arte fatta di luce e di Bellezza, parte del Bene Supremo.Per fare questo dispiego quel filo avvolto. Un percorso scomodo. A volte è stretto e claustrofobico come in una bara. A volte è un deserto sconfinato e solitario, angoscioso e senza fine. A volte caldo e accogliente come l’abbraccio dopo l’amore. A volte divertente come un gioco a rincorrersi.Le mura del mio labirinto si muovono. Sono giochi ed ingranaggi ad incastro che cambiano a seconda di come li osservo. E tutto ciò mentre dipano la matassa. Mi sono domandata se fosse possibile uscire da questo labirinto, così faticoso e pesante, ma la pesantezza è la mia, è mio il percorso, è mio questo dono dell’esistere. Mi sono domandata come vivere questo percorso. Con la complicità giocosa dell’altro – mi sono risposta! La strada da percorrere non è obbligo. E’ scelta. Una scelta consapevole verso qualcosa di infinito e di amorevole. E’ una strada che si nutre del dolore ma anche della gioia. La leggerezza dello spirito, della risata e della poesia come antidoto e rinforzo per l’anima.Questo labirinto, il mio labirinto, è una possibilità di passaggio da qui a qualcosa di altro. Dove non sarò più io ma dissolta nell’infinito oceano dell’Universo, connessa con la sovranità del Bene ultimo, tra qui e l’eternità.