Magazine Lifestyle

Il latrocinio delle fashion week

Creato il 12 gennaio 2013 da Hermes
Un inglese, evidentemente, quando si mette in testa una cosa la fa. Ed a Londra devono aver deciso di promuovere la loro moda maschile con tutti i mezzi possibili, visto che in quattro e quattr'otto hanno organizzato questa chiacchieratissima London collections:men, sponsorizzata addirittura dal principe Carlo. Che poi non sono sicuro sia un bene.
La perfida Albione ha anche fatto quello che, in gergo romano, si dice "sgravare". Hanno esagerato e, come il chihuahua che abbaia al Rottweiler (mode "metafora alla Bersani" on) , hanno osato pestare i piedi  al mostro sacro dell'eleganza e della moda uomo, il Venerando Pitti Uomo.Due giorni (su tre) del loro calendario, coincidevano infatti con quello Fiorentino, pare per ragione di tempo insuperabili. Che sia vero o no, è un peccato, perché sia Londra che Firenze perdono buyer, costretti a scegliere tra le due. Comunque le sfilate di Londra non mi pare siano valse molto. Vorrei ricordare allo stilista di Sibling che solo quel decerebrato di BryanBoy metterebbe una gonna di Mohair (ma neanche lui!)  e agli inglesi  vorrei far presente che forse il principe Carlo non è un valore aggiunto (ANZI!).Quello che stupisce è la paurosa capacità di fare sistema: la famiglia reale, Mr.Porter...tutti scesi in campo a sostenere una FW dal valore di quella di San Paolo (anche se, a dire il vero, con molte potenzialità). Più o meno quello che succede a NY, dove l'Anna Wintour col suo lavoro di lobbing muove un circo degno di quello di Moira Orfei (Ho appena paragonato la Wintour a Moira Orfei! Ora arriva la scomunica di Lagerfeld). L'Italia dovrebbe imparare e non abbassare la guardia, anche perché, di tutto questo tourbillon di sfilate (chi emigra a Pitti, chi torna in Patria, chi tradisce Firenze per Parigi-ChiuriePiccioliviodio), di tutto wuesto tourbillon, dicevo, chi ci rimette è MilanoAllora, prima di parlare del mio piano diabolico di conquista del mondo per risollevare le sorti dell'alta moda romana (so che il vostro subconscio ha fatto un'ottima opera di rimozione, ma SÌ, esiste un'HC in salsa nostrana) , un piccolo accenno alle sfilate. Cominciamo dal ritorno sulle passerelle maschili di McQueen, guidato dall'inesauribile e creativa (???) Sarah Burton, che (as usual) riprende i codici tradizionali del marchio, anche al maschile: stampe noir declinate in ogni salsa e superficie (anche sui perizomi, in vendita dal 30/2), e una sartorialità esasperata. La sfilata inizia con un'esplorazione (eccessiva) del gessato, che rimane un fil rouge nella gran parte delle uscite, per poi proseguire con spunti più o meno interessanti, come le stampe di vetrate gotiche, un uso molto geometrico della linea e  colori a contrasto. Pas male, a dire il vero.Un'unica nota: cara Sarah Burton, il preservativo non si mette in faccia. Neanche alle teste di ca...ppero!
Il latrocinio delle fashion week  
Il latrocinio delle fashion week 
Il latrocinio delle fashion week Style.com
Occasione persa, invece, per E.Tautz, storico marchio inglese di sartoria che aveva presentato una FW 2012-3 molto bella. La sfilata, infatti,  è un po' caciarona, con arancione e grigio combinati malamente, harem pants e maglie che sembrano rubate dallo scaffale 100% poliestere di Zara. Brutti i maglioni a scacchi che sembrano le bandiere usate nei circuiti da corsa.Baartmans and Siegel, piccola marca che trova sempre più seguito, manda in scena una collezione molto semplice, con bei tessuti, forme un po' over e (troppa) pelliccia ("Che cosa potremmo fare con questo visone?- Idea! Perché non ci bordiamo una tasca del trench!-sì dai!" manco Phoebe Philo con le sue scarpette pelose).
Il latrocinio delle fashion weekhttp://thefashionscoutsept09.blogspot.it/

Questo è quel che ho visto. Sfilata supersegreta (l'ultima, poi saranno normali) per Tom Ford, sembrava carina Agi&Sam, di cui mi è capitata qualche foto, o Christopher Shannon. Ma ora passiamo al divertente. Ovvero, "Un decalogo: come migliorare AltamodaAltaRoma (o come si chiama lei)". Sottotitolo: a cominciare dal nome (perché una fW seria non può avere questo nome squallido).1) La selettività. Perché cari ragazzi, questa non è una settimana della moda, questo è un circo (con cani e porci!). Siate esigenti nello scegliere i nomi, non fate sfilare il primo Carmine Santuzzo che vi capita sottomano, scremate bene i nomi. Neanche una vera settimana della moda dura una settimana, dobbiamo colmare noi questo gap con tantissimi incapaci?Per questa sgradevole spending review suggerisco la legge del Satin: Più satin uno stilista usa in un abito da sera, meno possibilità ha di partecipare. Che in linguaggio matematico è


P=1/S 
Partecipazione (su una scala di valori da 0 a 1) inversamente proporzionale al satin (scala 1 a 100).
2) I giovani. Sarebbero facili da convincere e si farebbero delle gran buone azioni. Potrebbero disegnare delle capsule collections, delle vere e proprie linee specifiche di HC, casomai aiutati da un fondo di governo o di una banca (poca roba, qualche milioncino). Immaginatevi Colangelo, il duo Aquilano Rimondi,  Dell'Acqua, Scognamiglio, ma anche gli stranieri come la Casasola... Tutti che sfilano a Roma. L'orgasmo. Parimenti, bisogna dare più attenzione a WION. 
Il latrocinio delle fashion week Gabriele Colangelo, dal blog di Paola Bottelli 

3) I grandi nomi. Un po' di pragmatismo, signori, grandi griffes=grandi clienti (oggi mi sento in vena di matematica). Dunque, perché non sfruttare qualche pezzo importante? Fendi è romana, no? La Silvia Venturini, che di AltaRoma è presidente, potrebbe diventare più utile di un abat-jour qual è ora (scherzo signora Fendi!). Come? Presentando alla Fw de noartri le sue pellicce e gli accessori (almeno la collezione più esclusiva, Selleria). E, visto che anche lei tiene famiglia, potrebbero anche  le pargole Delfina Delettrez (gioielli) e Ilaria Fendi (Carmina Campus, accessori riciclati).Un po' più difficile sarebbe convincere Armani, ma sono sicuro che il Giorgione nazionale, alfiere dell'Italia nel mondo, potrebbe essere convinto. E così ci si porta a casa Armani Privè.Andando step by step, per difficoltà, subito dopo troviamo Valentino e Valli. Case romane, ma parigine d'adozione. Riportare in patria quelle due sarebbe più difficile della Gioconda (che poi legalmente appartiene ai francesi), ma a noi piace sognare. E Tisci? Non vorrebbe avere un brand col suo nome? Qualora ci stesse pensando, Roma tiene le porte aperte.l'importante è avere una buona base di giovani talentuosi che dimostrino quanto sia serio il progetto.4) L'artigianalità. Vi ho elencato una mostruosa sfilza di nomi, ma molti non hanno neanche idea di cosa sia l'haute couture. Eppure è importante che si adottino standard ben precisi di qualità e che si differenzi la couture dal PAP. Serve a definire la manifestazione, nel suo concetto di alta moda, e a non pestare i piedi a Milano. Ad esempio, sarebbe intelligente far sfilare Gucci sia a Milano che a Roma? No. Ma sarebbe intelligente far sfilare Gucci première a Roma e il "pronto moda" a Milano? YEAHHH!5) Gli ospiti. Perché non ricorrere anche a degli special guests, un po' come fa il Pitti? Uno diverso ogni stagione. Pensate se riuscissimo a portarci Alaia. Tiè, Monsieur Hollande (mentre si legge, accompagnare con esasperati gesti dell'ombrello)!! 6) Le presentazioni. In sostanza, affiancare le sfilate con eventi statici. Presentando l'haute joiellerie di Bulgari, Pomellato, Vhernier... Sempre attenti a non sovrapporsi a qualcosa che già non accada a Milano.7) Modelle e locations. Le modelle di Roma sono troppo teatrali, troppo sorridenti, troppo enfatiche! Ragazze dovete sfoderare il grugno, mostrare la rabbia verso il mondo, siate cattive cazzo! Punto di forza, invece, a Roma sarebbero le locations. Ma voi ve lo immaginate Valentino all'Ara Pacis, Valli la sera al mausoleo Cotta, alla luce delle lanterne, o Galitzine all'elegante Villa Spalletti Trivelli? E Colangelo sull'elegante Villa Lante al Gianicolo, Marras nel cortile dell'hotel Columbus, Scognamiglio a Villa Borghese, Ferrè al geometrico Colosseo quadrato... E ne rimarrebbero di locations: Villa Farnesina, Villa Aurelia, il salone di Palazzo Barberini, il decadente MACRO, perfetto per i nuovi talenti e qualche set alternativo, il MAXXI (100% Armani), l'open Colonna (chessò, per le presentazioni di Bulgari), la centrale Montemartini, Il Circolo ufficiali della marina, l'acquario romano, palazzo Corsini, palazzo Spada... So che sto delirando, ma è stupendo!


Il latrocinio delle fashion week
 ditemi se non si trova una location qua!  http://www.goodfon.com

8) E i grandi vecchi? Eh sì, perché a Roma sfilano molti nomi storici che però proprio non valgono, come si dice qui, una ceppa. Ammettiamolo. Bene, a loro suggerirei presentazioni, e se vogliono sfilare, passino sotto le forche Caudine. 9) E Milano? Bisognerebbe stare attenti, come da punto 4, a differenziare per bene i due eventi: a Roma l'alta moda e le nuove leve, a Milano il meglio del prèt-a-Porter.10) La città e il sistema. Ecco, questo è il punto difficile. Perché sarebbe necessaria una città accogliente, un'organizzazione perfetta e un sistema che la supporti. Niente polemiche col nord, un fondo che sostenga i nuovi talenti (meglio se privato), disponibilità delle locations... Sembra impossibile, ma sono sicuro che si potrebbe fare!Ricapitolando:Presentazioni: Qualunque vincitore di WION accessori, chiunque abbia partecipato a Limited/Unlimited (l'unica cosa davvero ben venuta di AltaRoma), Bulgari, Damiani, Pomellato, Vhernier, qualche grande vecchio, Capucci (chissà se si riuscirebbe a convincere...ma poi, lavora ancora?), la Delettrez, e chissà di non coinvolgere una serie di nuove promesse delle gioielleria. E ancora Diego Dolcini, Arnoldo Battois, la Bruzziches, Cat Potter, Alessio Spinelli...Sfilate: Ferrè, Albino, Colangelo (<3), Scognamiglio, Aquilano-Rimondi, Marras, Valentino (!!), Armani, Valli, Galitzine, Luigi Borbone, Barbara Casasola, Sylvio Giardina, Sergio Zambon, WION, Pecoraro, Talia, Betterelli, Rabih Kayrouz, de Vincenzo, Tiziano Guardini, Stella Jean, Angelo Bratis...Ospiti speciali: Vionnet, Schiaparelli, Alaia, Prada, Katranzou, Sandra Backlund... Tanto per fare dei nomi.


Il latrocinio delle fashion week
 Tiziano Guardini (guardate bene i materiali!), da www.rendezvousdelamode.comPs.: Scusatemi, sono un matto psicopatico e ho ammorbato chiunque abbia letto tutto il post. Ma quando comincio a progettare non mi ferma più nessuno, sono in preda del mio delirio...Pps.: Visto che carino il nuovo formato del blog? Sono soddisfatto!

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :