Il lavoro e l’economia secondo Margaret Thatcher

Creato il 09 aprile 2013 da Propostalavoro @propostalavoro

La mattina dell'8 aprile all’età di 87 anni è morta a Londra Margaret Thatcher. E’ stata la donna di ferro in grado di imporsi nel panorama politico inglese per ben 12 anni nonostante il suo essere “donna” e di umili origini. Ha segnato profondamente l’economia britannica e in questo periodo di crisi delle istituzioni e del sistema economico la sua morte ha continuato a stimolare opinioni molto contrastanti circa la sua personalità e il periodo che ha rappresentato, il controverso “Thatcherismo”. Ammirata dai più fervidi sostenitori del liberismo, fu fautrice di opere di privatizzazioni senza precedenti e fu interprete della classe media borghese, allora emergente e che si opponeva ai privilegi aristocratici.

Il regista Ken Loach dopo la sua morte ha parlato di lei come la nemica della classe lavoratrice britannica e ha proposto di privatizzare il suo funerale, fare un’asta e accettare l’offerta più economica. Ripercorrendo i suoi anni al potere non è difficile comprendere come mai possa essere considerata una nemica della classe lavoratrice e perché le sue azioni provochino opinioni fortemente contrastanti tra gli economisti. Durante il suo primo mandato per restituire al Paese un ruolo nel panorama internazionale incrementò il tasso d'interesse per ridurre l'inflazione ed aumentò l'Iva. Qualche anno dopo l'inflazione tornò a livelli accettabili e il tasso d'interesse fu abbassato ma ciò produsse una diminuzione notevole degli utili dell'industria manifatturiera producendo un aumento della disoccupazione di ben 4 volte rispetto al periodo precedente. Dal 1984 la Thatcher si impegnò nella sua lotta per contrastare il potere dei sindacati decretando una dura sconfitta delle “Trade Unionis”. Varò dapprima una legge che rendeva lo sciopero illegale se non approvato dalla maggioranza dei lavoratori ma lo scontro raggiunse il suo culmine quando il sindacato dei minatori dichiarò lo sciopero ad oltranza per opporsi alla chiusura di parecchie miniere e gli scioperanti fecero azioni di picchettaggio che la Thatcher represse con metodi che furono ampiamente contestati. Dopo un anno il sindacato dovette cedere.

In campo economico fu una forte sostenitrice delle privatizzazioni atte a ridurre in maniera incisiva l'intervento dello Stato. Fece privatizzare colossi come la British Airways, la British Gas, la British Telecommunication e la Rolls-Royce. Fu profondamente antieuropeista e si oppose fermamente al progetto di creare l'Unione Europea e soprattutto alla possibilità di creare una moneta unica. Introdusse poi la poll tax, una tassa uguale per ogni cittadino residente nel Regno Unito, indipendentemente dalla fascia reddito, una misura molto impopolare, che diede avvio a moltissime proteste e ad uno sciopero fiscale cui parteciparono più di 18 milioni di persone.

La rilettura post mortem del suo operato tra i detrattori la vede come colei che ha piantato le radici dell'aumento delle disuguaglianze fra ricchi e poveri e che ha provocato, con la sua politica ultraliberista, le basi per l'attuale crisi economica. Ma sono tanti, tantissimi, quelli che ammirano Lady Iron e ripercorrendo la sua storia, il suo discorso d'insediamento appare quanto mai anacronistico quando, pronunciando le parole di San Francesco d’Assisi, disse:

“Dove c'è discordia, che si possa portare armonia. Dove c'è errore, che si porti la verità. Dove c'è dubbio, si porti la fede. E dove c'è disperazione, che si possa portare la speranza”

Alessia Gervasi


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