Ora ha una casa ed un cognome. La ragazza all’età di quindici anni supera l’esame di terza media. Suo padre “era buono”, racconta, perché le dava una casa e tutto quello di cui si ha bisogno, ma a lei non piaceva quando si avvicinava in quel certo modo, le ricordava il padrone delle mucche e sentiva una gran puzza. Andando a scuola Margherita si era fatta delle amicizie con le quali parlava di molte cose ed era diventata un po’ meno sprovveduta, più smaliziata. Un giorno suo padre voleva fare delle cose di sesso esagerate; la ragazza si defila e lo va a denunciare ci fu un processo, perizie torturanti e l’arresto dell’uomo. Margherita ha un carattere mite, grande lavoratrice tutto fare, è instancabile, non si lamenta mai ed ha uno spiccato senso del dovere.
Per guadagnarsi da vivere fa di tutto: la casa, il giardino, l’orto, la cucina. Un giorno la informano che la signora x, moglie di un noto personaggio della politica, con una villa enorme e tre bambini cerca una collaboratrice domestica tutto fare. Margherita si presenta ed accetta entusiasticamente il periodo di prova. Da brava lavoratrice indefessa fa di tutto e non si ferma, se non ritiene di aver finito il suo lavoro. Dopo una ventina di giorni, la signora x le comunica che la prova è finita e che non l’ha superata. Margherita è sorpresa e tormentata, non riesce a capire perché; quella villa aveva cambiato aspetto nelle sue mani. Accetta il verdetto e poi, qualche giorno più tardi, chiama al telefono la signora x chiedendole se comunque poteva avere il suo compenso per quel periodo di prova, ma la signora adirata le risponde che le aveva già dato tutto e che non si doveva più permettere di chiamare altrimenti l’avrebbe denunciata alle autorità. Margherita va in terapia. Di zone di fango nel mondo del lavoro ce ne sono tante, ma le più sporche sono quelle in cui il lupo si veste da agnello per sbranare vigliaccamente le sue prede.
Dr.ssa Elisabetta Vellone