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Il Lercio, di Irvine Welsh

Creato il 28 gennaio 2013 da Rivista Fralerighe @RivFralerighe

Il Lercio, di Irvine Welsh

Da Fralerighe n. 2

Il Lercio (Guanda con TEA – Tascabili Editori Associati, 382 pagine, 8,90 €) è un romanzo pulp di Irvine Welsh, l’autore del celebre Trainspotting. Questo romanzo non è nient’altro che la sintesi, riuscitissima tra l’altro, in un unico personaggio di tutto il peggio che c’è nella nostra società. Il lercio in questione è il sergente investigativo Bruce Robertson, della polizia di Edimburgo. Bruce è sulla quarantina, è violento, razzista, omofobo, conservatore nel senso cattivo del termine, ubriacone, cocainomane, disonesto, corrotto, erotomane come pochi, con una spiccata passione per i cibi grassi e la musica dura e un eczema che gli affligge le parti basse e un verme solitario nell’intestino che lo incita a mangiare sempre più. La narrazione dell’intero romanzo è svolta in prima persona. A parlare della vita del sergente Robertson è il sergente stesso, alternando fasi euforiche in cui ruba, umilia, picchia e offende e si sente una sorta di re del mondo, a fasi in cui viene preso da apparentemente inspiegabili crisi d’ansia, tremiti e altro.

Il romanzo si apre con la descrizione dell’omicidio di un ragazzo di colore, ucciso a martellate in testa, dopodiché la parola passa a Robertson, che viene incaricato dal suo capo Toal di coordinare la squadra per la risoluzione dell’omicidio. Robertson, da buon’arrivista in lizza per il posto da ispettore, coglie la palla al balzo, per poi battere la fiacca tutto il tempo, aiutato dal suo compare Ray Lennox, poliziotto della narcotici che gli passa la coca, rigorosamente rubata dai sequestri. In tutto il romanzo vedremo Bruce impegnato sempre in qualcosa che soddisfi la sua fame totale; o nell’avere rapporti sessuali con praticamente tutte le donne che gli si concedono, o nel bere fino a stare male, o nel tirare coca col suo collega-amico Lennox, o nel mangiare avidamente, o nel masturbarsi furiosamente davanti ai porno, o tirare qualche brutto “scherzo” a chiunque, incluso lo stesso Lennox. Bruce Robertson non conosce l’amicizia, non conosce l’onestà, non conosce il rispetto. E’ un egoista violento regredito alla legge del più forte, un aguzzino dei suoi simili, vittima e carnefice allo stesso tempo, incapace di uscire dalle logiche della violenza più becera. E’ a suo modo simpatico, ha quella che potremmo definire la simpatia della canaglia, e nonostante tutto viene facile immedesimarsi nella sua ottica (ma non per questo condividerla). Ma il furbo, lo spietato, il vincente Robertson, è davvero così furbo? E’ davvero meglio degli altri? E quelle voci che interrompono le pagine avvolte in una nuvoletta da fumetto (le ho adorate) sono davvero le parole del verme solitario che si porta nell’intestino, o c’è dell’altro? E riuscirà a risolvere il caso del “negro” ammazzato, per poi diventare ispettore?

Il Lercio, di Irvine Welsh
Per quanto riguarda la parte tecnica del romanzo, ho apprezzato tantissimo l’inizio. Il romanzo parte davvero bene e coinvolge da subito. Molto bella anche l’intuizione delle nuvolette che interrompono le pagine contenendo i pensieri di quella “cosa” che si porta dentro. Ci si immedesima da subito col personaggio, e i personaggi minori hanno tutti un loro spessore e una loro funzione. La parte centrale è quella più lenta, paragonata a un inizio e una fine belli “schizzati”, e forse avrebbe giovato di qualche piccolo taglio (alcune delle situazioni presenti nel libro non sono davvero necessarie per caratterizzare il personaggio, avrebbero potuto essere tagliate via per snellire la parte centrale, ma in compenso sono gradevoli come le altre e non “stonano” nel contesto.)

Dovendo dare un voto oggettivo a questo romanzo, darei un bell’8 e mezzo.

Personalmente sento di dargli un 9 per come mi ha coinvolto e per il gran numero di messaggi che l’autore è riuscito a comunicare, pur non essendo mai né moralistico, né patetico, né tantomeno scolastico nel suo scopo. E non è poco. Inoltre, nonostante tutto, Bruce Robertson e le sue gesta depravate mi sono stati simpatici dal principio fino alla fine.

Consigliato:

- a chi legge dei libri per guardare in faccia il lato più brutale della realtà

- a chi piace il pulp

- al lettore che non si impressiona facilmente

- a chi cerca un romanzo duro ma al contempo “divertente” e profondo

- agli amanti del crudo e dello spietato

Sconsigliato:

- a chi proprio non regge le volgarità

- alle persone impressionabili

- a chi di solito leggere roba sentimentale smielata

- a chi vuole solo evasione, pura e semplice

- a chi non piace il pulp e il suo approccio alla vita.

Aniello Troiano



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