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Ha dovuto pazientare John Clancy.
Ha dovuto aspettare che venissi a sapere della sua esistenza dai consigli del buon Caden, ha dovuto mettersi in coda, attendere senza fretta che arrivasse il suo momento, quello giusto.
Ed è arrivato, finalmente, nella serata della Giornata Mondiale del Libro, in cui dare finalmente visibilità a questo vecchio ma ancora arzillo, ancora pieno di vita libraio è stato d'obbligo.
Ed eccomi quindi davanti a una persona speciale, a uno di quei personaggi caratteristici dei piccoli paesi, quelli che ne racchiudono l'anima, oltre che la storia.
Un uomo buono, John, che ama e cura i suoi libri, che li tratta come fossero dei bambini, aggiustandoli, accarezzandoli, leggendoli e rintracciandoli. Perchè ormai in pensione, John non rinuncia a cercare prime edizioni, testi introvabili, non si dimentica di clienti le cui richieste devono ancora essere esaudite.
In questo piccolo documentario che documentario non è, lo seguiamo nelle sue giornate, divise tra nuove esperienze, concerti a cui assistere, cambi di materasso da fare e il passato che emerge, l'alcolismo che lo ha accompagnato per 15 anni, i racconti di una vita vissuta tra i libri di Belfast, una città che città non è, vista dal basso, vista nel suo piccolo.
Attorno a John allora ruotano tre giovani, una nuova generazione con i suoi sogni e le sue speranze: il rapper che mette in rima la sua vita, la cameriera che vuole arrivare ad X-factor, e il più sensibile dei tre, all'apparenza un duro dalla cresta issata, in realtà un dislessico che non riesce a leggere ma che ama l'Italia e la nostra musica classica.
Insieme, all'interno di un'arca speciale, al riparo dai problemi e dalla pioggia.
La regista Alessandra Celesia ci mostra così tanti piccoli tranche de vie di questi quattro personaggi, seguendoli e spiandoli anche nei momenti più intimi, dal parrucchiere o in fase di riflessione.
Ne esce un ritratto sincero e pieno di vita, ne esce un mondo in piccolo, un microcosmo con vicini che si aiutano tra loro, con John che si fa portatore di speranza, di buoni sentimenti nei racconti di una vita vissuta più che a vendere, a regalare libri, convinto, giustamente, che quello che dai ti torna sempre indietro.
La macchina da presa è vicina a lui, a loro, in primi piani che trasmettono tranquillità, che fanno sorgere un sorriso spontaneo difficile da cancellare.
Ha dovuto pazientare John Clancy, ma ne è valsa la pena.
E nella Giornata Mondiale del Libro, ha trovato un posto tutto suo nel mio cuore.
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