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Il libro è un albero dalle radici che vanno fino al centro della Terra. Il libro ha una storia che si spinge molto più indietro della rivoluzione rinascimentale di Gutenberg. Il libro, quello con le tavolette di argilla e cera, quello in rotoli o con le pagine, di papiro o pergamena, fa parte integrante della Storia dell'Uomo al pari della scrittura. Dunque il libro, nelle sue varie forme materiali, di secoli sulle spalle ne ha più di venti e non è certo l'età a logorarlo, piuttosto gli sciagurati derelitti che non ne fanno uso. È quindi più che ragionevole pensare che il suo abbandono non potrà avvenire in maniera così semplice o sommaria come accadde per l'LP in vinile o, prima ancora, in gommalacca, che aveva solo poco più di un secolo di vita quando venne sfrattato dal CD. Ma forse non avverrà affatto.
Di certo però un cambiamento ci sarà. Anzi, in realtà il cambiamento è già in atto. Perché la produzione del libro ha dei costi di materiali, di stampa, di immagazzinamento, di distribuzione che in un'impresa commerciale qual è quella dell'editoria non possono essere trascurabili e che, sommati alle caratteristiche innovative del libro elettronico, rendono questa nuova forma di diffusione della parola scritta quanto mai appetibile anche dal mercato. E se il mercato approva un oggetto o un sistema, potete giurare che in qualche modo quell'oggetto o quel sistema si diffonderanno.
Quindi se da un lato potete stare tranquilli che il libro fisico non sparirà tanto in fretta, dall'altro potere stare certi, che l'e-book è destinato a prendere sempre più campo. Ma se sulla didattica e la saggistica abbiamo già detto, cosa succederà alla narrativa? I più sostengono che sarà proprio la narrativa l'ultimo baluardo dentro cui si arroccherà il libro cartaceo, per ripararsi dall'assedio della sua versione elettronica. Ed è anche assai ragionevole pensare, come suggerito da abo nel suo commento al mio post precedente, che tenderanno a sopravvivere in forma cartacea le edizioni di pregio, mentre i tascabili, le edizioni economiche, la letteratura di consumo, quella del mass-market, tenderà a essere direttamente uploadata dentro gli e-reader, con buona pace delle edicole e degli scaffali dei supermercati.
Sono d'accordo su questo. Ma penso (anzi, spero) che si possa andare oltre e che il processo possa anche fungere all'inverso. Ovvero che l'inerzia del mercato e degli utenti a voler mantenere in vita le suggestioni dei fruscii e dei profumi del libro cartaceo, tenderà a influire sulle edizioni, non solo su quelle di pregio, ma anche sui tascabili, magari non tutti, magari non Moccia e Fabio Volo (dio-mio-ti-prego-no!), e si adopererà per migliorarle, per spingere la creatività nella direzione di renderle ancora più belle, più accattivanti, in una parola più deliziose, anche a costo di farle costare un po' di più. Un po' come dicevo nel caso del libro di Dubus, che può essere considerato di fatto un vero e proprio tascabile di gran pregio. Le librerie dunque saranno destinate a tenere forse un po' meno libri, ma decisamente ancora più belli di oggi, forse addirittura solo quelli belli. E per chi ama la materialità del libro non è mica un brutto futuro, no?
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