Kim Thúy, nata a Saigon, vive ora a Montréal,è stata interprete, avvocato, restauratrice, chef e cronista gastronomica, e ha conquistato il pubblico e la critica con questo ottimo esordio, in cui i vari momenti della vita della protagonista si sovrappongono e si mescolano, in brevi brani che vi toccheranno il cuore! (e fanno anche pensare, considerando l’accoglienza calorosa dei canadesi nei confronti dei profughi, pronti ad assistere in ogni momento della vita quotidiana i vietnamiti, a farli sentire a loro agio: altri tempi!)
Kim Thuy, Riva, Nottetempo
A dieci anni, Nguyên An Tinh si ritrova sul fondo di una barca impregnata di cattivi odori e olio da motore, diretta con altri duecento vietnamiti in un campo profughi in Malesia. Una traversata infernale in cui, al tempo stesso, tutti sognano il paradiso di una “riva” e di una nuova storia, dopo quella sconvolgente della Guerra del Vietnam e dei campi di rieducazione comunisti. Quando approderà con la sua famiglia in Canada, la bambina cercherà di “guardare lontano, lontano in avanti”, ma non perderà le tracce del passato, “frammenti, cicatrici e barlumi” che tentano di riannodare i fili di una storia interrotta e divisa in due. Le schegge narrative si affidano allora a una continua oscillazione temporale e la lingua si fa liquida e acquatica come i fiumi, il mare e il principio femminile che culla e custodisce. Del resto Ru, il titolo originale del libro, in vietnamita significa “ninnananna”, e in francese, la lingua in cui la narratrice scrive, “piccolo ruscello”.
Questo romanzo, sorprendente di bellezza e di maestria, ha avuto un immediato successo in Canada e in Francia ha vinto il Grand Prix RTL-Lire 2010.
Sotto una penna tanto delicata da sembrare un pennello da calligrafa, le immagini, le sensazioni, le idee si mescolano e a volte si confondono. Le Nouvel Observateur