Con Lo scrittoio e il proscenio. Scritti letterari e teatrali viene avviato un progetto di Opere scelte in tre volumi di Piero Gobetti (1901-1926). Il primo volume raccoglie, come il sottotitolo esplicita, un’argomentata e ampia antologia di interventi di questo grande intellettuale e pensatore politico, prematuramente scomparso per mano del regime fascista, sia sul fronte della letteratura che su quello del teatro. Attraverso le tre riviste dirette e fondate da questo febbrile “operatore culturale” nell’arco di sette anni – dal novembre 1918 alla morte a Parigi nel febbraio 1926 – Gobetti interviene sui nodi cruciali dell’attività letteraria ed editoriale italiana (fu, com’è noto, editore in proprio) – dal vocianesimo al futurismo, dalla “scoperta” dei narratori russi a quella degli scandinavi – e, succeduto come critico teatrale ad Antonio Gramsci sul torinese “Ordine Nuovo”, sulla tirannia dei primattori, come il positivista Ermete Zacconi, sull’esigua tradizione italiana, su Pirandello e i grotteschi, sino alla precoce valutazione del teatro francese di ricerca, da Paul Fort a Lugné-Poe ad Antoine.
Il volume, curato da Guido Davico Bonino, già docente di Storia del Teatro all’Ateneo torinese, è arricchito da una sua ampia introduzione.
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