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Il libro del Natale passato, presente e futuro: ciò che i lettori amano rileggere a Natale

Creato il 11 dicembre 2012 da Temperamente

 

Il libro del Natale passato, presente e futuro: ciò che i lettori amano rileggere a Natale
Tra due settimane è Natale e siamo felici di notare un certo fremito che somiglia alla scoppiettante attesa dei tre giorni più accoglienti dell’anno, spazzando via (finalmente) quella tristezza mischiata a cinismo e nasi storti che spesso gli intellettuali ostentano nei giorni che precedono la grande festa. Emozionanti le passeggiate pomeridiane verso casa, accompagnate dalle lucine risplendenti sulle ringhiere dei balconi, fieri della pioggia di diamanti che, dopo dodici mesi, sono tornati ad abbellire i loro profili; inebriante è l’odore che ad intermittenza fugge dalle pasticcerie, fabbriche di bambini di pan di zucchero e di ferri di cavallo bianchi e neri, che poi, c’è chi li fa bianchi con le punte nere e chi neri con le punte immerse nel cioccolato bianco, i soliti golosi. E che dire del proprio albero di Natale? “Il migliore”, “non lo batte nessuno”, “ è più che perfetto”. Questi sono i piccoli ma luccicanti particolari che accompagnano gli uomini nel loro cammino verso la Vigilia di Natale, ma Temperamente non dimentica mai i lettori, forieri di particolarità e stranezze d’ogni genere, ma soprattutto coloro che riescono a fermarsi un momento per ricordare il motivo che ha permesso loro di innamorarsi della letteratura. Il lettore in questione, impegnato durante l’anno nella corsa verso la copertura delle voragini letterarie presenti nel suo bagaglio culturale, zigzagando fra l’ultimo libro di Murakami, un romanzo di Wallace, la lettura della DomenicadelSole24ore, una riflessione sul postmodernismo (certamente interminabile, estenuante e molto spesso tremendamente inutile quanto socialmente importante), ogni sera si addormenta, dedicando il suo ultimo pensiero di quella giornata alla copertina del libro che lo aspetta il dodicesimo mese di ogni anno, e allora sì che può veramente fare dei sogni d’oro. Il lettore innamorato, più o meno in questo periodo, prende chiodi e martello e affigge un cartello con su scritto “Letterato in ferie” alla porta della sua camera. Lì inizia a sentirsi un canto di Natale in sottofondo. Il sorriso sul viso del lettore nostalgico inizia a formarsi piano piano, seguendo l’immagine che, come una nuvola di fumo profumato di zucchero, va formandosi nella sua mente: poltrona, coperta rossa con motivo scozzese, ciabattone di peluches, tazza di tè o cioccolata calda per i più golosi (i quali sono gli stessi dei ferri di cavallo neri con le punte imbiancate di cioccolato bianco), camino acceso (più o meno immaginario, di solito assolutamente assente ma fortemente desiderato) e fra le mani un libro dalla copertina rilegata e fregiata di ghirigori dorati, pagine ingiallite e scritte al margine: ebbene sì, il nostro lettore a dicembre RILEGGE. Si dice che la vita è troppo breve per leggere uno stesso libro più di una volta, ci sono milioni di libri da apprezzare, amare, odiare o semplicemente dimenticare. È vero. Ma il tempo è nostro e di certo non c’è uno dio dei libri a cui dover rendere conto, ce lo insegna Pennac nel suo Come un romanzo. Dicembre diventa così il mese delle riletture, o per lo meno a me piace immaginarlo così, in una dimensione in cui ciò che scrivo diventa realtà e quindi eccomi a muovere le dita su questa tastiera per raccontarvi ciò che, secondo la mia concezione del Natale, accade nelle camere dei lettori recidivi. I romanzi o i racconti da rileggere a Natale sono cosparsi da una porporina dorata tanto impalpabile quanto invisibile, perché sono le parole ad esserne ricolme; l’impaginazione deve presentarsi in maniera elegante, magari caratterizzata da margini laterali larghi, per poter leggere meglio gli appunti scritti durante le feste passate e aggiungerne di nuovi; il carattere non deve essere troppo piccolo, perché il libro sarà letto quasi in penombra, magari alla luce di quel famoso camino tanto sognato. Vanno evitati i gialli, i thriller, i best seller, i libri di politica, le raccolte di poesia e tutto ciò che non permette di sentirsi al caldo, rinfrancati. Ciò che non può mancare per nessuna ragione al mondo nel libro da rileggere durante il periodo natalizio è la magia, perché questo è l’ingrediente che fa la differenza. Che la magia si presenti nella forma dell’amore scoppiato con educazione fra i protagonisti di Orgoglio e Pregiudio, del vento che scuote la brughiera inglese di Cime tempestose, delle scale a cui piace cambiare di Hogwarts, del salotto della famiglia March immaginato dalla Alcott, oppure dell’ufficio di Scrooge o del Circolo Pickwick (perché un incontro con Dickens non può che far nevicare subito, quasi aggiungendo altro po’ di quel profumo di mandorla che già invade il proprio salotto), ciò che il lettore ama nella tradizione che accompagna ogni suo Natale è la sensazione di ritrovare la magia di quella serata da trascorrere con quei personaggi e quello scrittore, compagni di festa e di un segretissimo appuntamento di calda felicità fatta di carta ed inchiostro. E tantissimi carboidrati.

E voi, cosa amate rileggere a Natale?

 

Glenda Gurrado


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