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Il libro di Zǒng Báichī XII

Creato il 17 febbraio 2012 da Marvigar4

monte wutai mava

   Il pastore errava immerso nei suoi pensieri, ogni tanto rivolgeva un’occhiata al suo gregge, assicurandosi che le pecore non corressero alcun pericolo, per poi tornare subito alle proprie tristi riflessioni. Non era contento della vita che conduceva, gli pareva che il mondo fosse ingiusto e le relazioni tra gli uomini dettate solo dall’interesse più bieco. Da molto tempo era particolarmente inquieto, avrebbe voluto restare per sempre immerso nella natura insieme ai suoi amati ovini. Un giorno si decise a prendere la strada che lo portava sul Monte Wutai, famoso dappertutto per la freschezza del suo clima. Giunto quasi alla meta il pastore sentì di avere il respiro pesante, il fardello della sua infelicità lo opprimeva e gli impediva di proseguire. A pochi passi da lui un uomo vestito di bianco se ne stava tranquillamente appoggiato ad una roccia fumando una pipa di gesso. Il pastore si avvicinò, ma non fece in tempo ad aprire bocca.

   «Conosci la leggenda di Wenshu?»

   «Non so di cosa stai parlando…»

   «Eppure questo monte è rinomato per il miracolo di Wenshu e la roccia del Re Drago.»

   «Non la conosco…»

   «Il Bodhisattva Wenshu giunse su questo monte e vide che il clima era terribile. Lui comprese le sofferenze degli abitanti, ebbe compassione per i coltivatori che non riuscivano a raccogliere i frutti della terra, così decise di recarsi dal Re Drago per ottenere la sua Xielong, la roccia del riposo. Wenshu, camuffatosi come un monaco, chiese quella roccia al Re, che non intendeva dare né rifiutare… Il Re rispose che avrebbe concesso la roccia solo a chi sarebbe stato in grado di portarla via senza aiuto, confidando nell’impossibilità dell’impresa. Wenshu recitò un mantra e trasformò la roccia gigante in una pallina, che finì nella sua tasca… La roccia fu sistemata qui e da allora il monte ha un clima temperato.»

   «È molto bello ciò che dici, ma non credo possa alleviare i miei affanni…»

   «È vero, non ti può essere d’alcuna utilità, almeno che tu non riesca a trasformare in una pallina la roccia del tuo cuore.»

   «Io non sono un Bodhisattva…»

   «Nemmeno io, però ho imparato a rimpicciolire il mio cuore e a mettermelo in tasca.»

   Il pastore comprese le parole di Zǒng Báichī, sostò per alcuni istanti davanti al monte, si volse indietro e riportò il suo gregge verso la via di casa.

© Marco Vignolo Gargini



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