Una volta un ragazzo chiese a Zǒng Báichī perché non aprisse una scuola.
«Aprire è un gesto di cui tutti sono capaci, ma la maggioranza spalanca porte che danno su un muro di pietre. Se il mio sentiero non è fatto, lo debbo tracciare io e poi gli altri mi seguiranno, se vorranno. Non credo nelle scuole, troppi vi vanno per non imparare e troppi vi insegnano senza sete di sapienza. Io non aprirò mai una scuola, la scuola aprirà me e così sarò ancora pronto a ricominciare, a segnare nuovi sentieri.»
Il ragazzo smise di andare a scuola e i genitori contrariati si recarono da Zǒng Báichī accusandolo di aver incitato il figlio a disubbidire.
«Non dovete prendervela con me ma con chi ha deluso vostro figlio. Lui cercava un maestro nella scuola dove andava e non l’ha trovato. Ha trovato soltanto regole e nessun insegnamento. Potete pure denunciarmi, continuerete a non capire che il vostro egoismo unito a quello di chi vi tiene in scacco è la massima garanzia dell’ignoranza.»
I genitori del ragazzo chiesero allora a Zǒng Báichī come comportarsi.
«Ditegli di tornare a scuola per apprendere il vuoto. Osservando chi non sa apprendere imparerà le lezioni più utili per tracciare il suo sentiero futuro.»
© Marco Vignolo Gargini