Al funerale di un uomo considerato molto bello in vita le donne che lo avevano desiderato piangevano, così come la moglie, sconsolata. Nei commenti durante le esequie si ricordavano la giovane età dell’uomo e la morte avvenuta per annegamento, ma l’avvenenza sembrava la qualità più rinomata.
Zǒng Báichī era per caso nei pressi e rimase colpito dal tipo di tristezza che si era creato in quella occasione, soprattutto dalle scene di disperazione quando venne chiusa la bara. Dentro di sé rifletté: «Ecco dove finisce la bellezza di un uomo… chi la rimpiange senza rammentare le virtù che restano come esempio avrà un vuoto incolmabile… ma più triste ancora è la vita di chi si sottomette al falso valore dell’appariscenza: non appena cala la tenebra e si spengono le luci degli occhi ogni fascino terreno è destinato a diventare polvere…».
Zǒng Báichī si accese la pipa di gesso e stimò il tabacco che ardeva nel fornello come l’uomo che riposava nella bara…
© Marco Vignolo Gargini