«Sei un monaco?»
«La mia solitudine non può essere una condizione…»
«Conosci la via della rettitudine?»
«Devo aggiungermi a chi vi dice e vi ha detto di conoscerla? No, non lo faccio. Nessuno può dire quale sia quella via…»
«Allora, dov’è il bene?»
«È non chiederlo mai…»
«Dov’è il male?»
«È tentare di rispondere…»
«Noi vorremmo conoscere il senso della vita…»
«Se vi accontentate di ciò che vi dico… non avrete mai un senso…»
«Perché non sappiamo niente della morte?»
«Non sappiamo niente di ciò che avviene dopo la morte, perché nessuno è mai tornato a riferire… La morte azzera tutte le domande e tutte le risposte, di conseguenza è l’unica soluzione a tutto… Ma l’uomo vuol continuare a credere che sia qui, in questa vita, il responso che ci manca…»
«Ma nemmeno una speranza?»
«Il nostro respiro è speranza, in ascesa e discesa; il nostro corpo è speranza, in ogni sua manifestazione; noi siamo la speranza che si flette e cammina…»
Zǒng Báichī avrebbe continuato volentieri a interloquire con le persone che lo fermavano e gli chiedevano un parere, ma un cane gli andò incontro scodinzolando e mettendogli le zampe addosso.
«Perdonatemi tutti, questo mio amico è venuto a salutarmi e mi dà affetto. Non posso trascurarlo. Non posso trascurare la speranza…»
© Marco Vignolo Gargini