«Non dite che vi siete uniti, l’unione non è sancita, nessuno in cielo e in terra lega, scioglie o determina. Siate voi, così come siete, ogni giorno guardatevi e desideratevi senza chiedere niente in cambio, senza obbligarvi, quello sarà il vincolo più stretto e duraturo. Dimenticate questo giorno in cui vi siete presentati a tutti e avete esibito ciò che è solo vostro e vostro deve rimanere. Ridete di questa cerimonia, consideratela il gioco degli umani che recitano a sigillare patti sacri e si invischiano con le parole. Andate dai genitori, dite loro che non sapete niente, ma saprete molto di ciò che vi riguarda, perché siete curiosi di conoscervi e di mettervi a disposizione reciprocamente. Fate sesso per capire le vostre emozioni, i vostri piaceri, le vostre paure, non incaponitevi con l’idea che un’altra persona verrà dal vostro amplesso: non siete chiamati a far contento nessuno e tantomeno chi si aspetta da voi figli e nuovi corpi da utilizzare, ignorare, ingannare. Prima di concepire qualcuno che uscirà dalla vostra copula riflettete, esaminate le vostre vere intenzioni e i vostri desideri vani. Salva sarà la terra in cui nasceranno figli amati come persone e non come figli. Persa sarà la terra che adotterà il calcolo, l’egoismo, la superficialità nella procreazione. Conservare la specie è un delitto se al mondo verranno figli casuali, banali, venali. Ed ora uscite di qui e fate finta di niente, i giorni a seguire siano sempre diversi anche se uguali. Non permettete a nessuno di seguirvi. Ricominciate tutto da capo, come il primo giorno in cui vi siete visti.»
Questo fu il discorso di Zǒng Báichī tenuto nel corso della cerimonia del matrimonio di due giovani sposi di un piccolo paese vicino a Fuzhou.
© Marco Vignolo Gargini