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Il libro è morto: viva l’ebook! Vol. 2

Creato il 27 marzo 2011 da Tiziana Zita @Cletterarie

Il libro è morto: viva l’ebook!   Vol. 2Mentre gli editori di carta, incapaci di cambiare il modello di business, dormono nei loro castelli, arrivano nuovi operatori come Simplicissimus, che insieme alla Fiera di Rimini ha organizzato l’Ebook Lab. Pubblicare su Stealth, la piattaforma di distribuzione di ebook di Simplicissimus, costa il 5 per cento del prezzo di copertina degli ebook effettivamente venduti. E basta. Stealth li mette su tutte le librerie online.
“Ma non tutti sopravvivranno”: profetizza Cavallero di Mondadori: “I nuovi operatori avranno un tasso di mortalità molto elevato. Alcuni dinosauri si salveranno, o venderanno cara la pelle”.
Per ora possiamo esser certi solo della vita dei tre giganti che controllano quasi l’intero mercato americano: Amazon, Google e Apple. Tra i grandi che si contendono il nuovo mercato c’è anche Baker & Taylor, lo storico distributore di libri e entertainment, che ha creato Blio. Lanciato in Usa nel settembre 2010, Blio ha 75 mila testi disponibili e altri 120 mila saranno pronti entro la fine dell’anno.
Una delle opportunità più interessanti che si prospettano per gli autori è il Print on Demand, ovvero la possibilità di pubblicarsi da soli. Chiunque può stamparsi il proprio libro e venderlo su internet. Oppure si può evitare di stamparlo e vendere direttamente l’ebook. In Il libro è morto: viva l’ebook!   Vol. 2ogni caso la vendita avviene in rete e questo consente di saltare editori e librerie.
Mi direte che questa possibilità è sempre esistita, ma qui non si tratta di stamparsi il libro e “distribuirlo” a una piccola cerchia di amici e parenti. Farlo in rete è tutta un’altra storia.

Lo dimostra Amanda Hocking, l’esempio più eclatante degli scrittori che si pubblicano da soli. A 26 anni, ha pubblicato 8 romanzi di genere fantasy e paranormale, su Amazon e siti analoghi. Vende circa 100 mila ebook al mese e si porta a casa il 70 per cento degli incassi. Perciò, anche se li vende a prezzi molto bassi, che vanno da 1 a 3 dollari a copia, è diventata milionaria.  Una bella soddisfazione se si pensa che la Hocking è stata rifiutata dalle case editrici.

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Solar System, l’ebook della Touch Press

Lo stesso vale per Stephen Leather, un noto scrittore di thriller inglese che, dopo che si è visto rifiutare 3 romanzi dal suo editore, li ha pubblicati da solo in versione ebook. Be’, a partire da novembre ha superato Grisham e Larsson ed è primo in classifica su Amazon UK.

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Il Duca

Secondo Marco Carrara, detto “Il duca”, che gestisce il blog Baionette Librarie, l’unico modo che gli editori hanno per  competere con gli autopubbicati è selezionare bene i testi: “Gli autopubblicati faranno venire fuori qualsiasi schifezza. Ci sarà un mare di spazzatura e solo gli editor potranno garantire un marchio di qualità. Perciò bisogna concentrarsi solo sulla qualità”.
Se ci addentriamo nel campo dei diritti le cose si fanno complicate perché “ci si regola su normative vecchie e non fatte ad hoc che quindi vanno interpretate in modo machiavellico”: spiega Giorgio Spedicato dell’Università di Bologna.
Tutti sono d’accordo che le regole debbano essere cambiate, altrimenti si rischia che nessuno le rispetti più. I diritti vanno definiti più equamente anche perché i “pirati” possono prendere da internet tutto quello che vogliono, ora che il libro è diventato un pezzetto di web.
Alessandro Bottoni, segretario del Partito Pirata, ci spiega come si fa a piratare un ebook. I DRM sono dei sistemi di protezione anticopia e sono molto odiati perché non permettono di fare un sacco di cose che invece si possono fare con un libro normale (copiarlo, prestarlo, etc.). Inoltre, tramite il DRM il venditore mantiene il controllo dell’ebook anche dopo che l’ha venduto. Bottoni ci racconta che Amazon, dopo aver venduto 1984 di Orwell a vari clienti, ha scoperto di non averne i diritti e l’ha cancellato da remoto tramite Kindle. Ai clienti è semplicemente scomparso!
Il libro è morto: viva l’ebook!   Vol. 2I DRM contengono un codice che può essere identificato e decriptato. Basta scoprire dove si trova, poi ci sono ottimi programmi come John the Ripper (like Jack the Ripper, ovvero Jack lo squartatore) con cui si possono provare un milione di chiavi al secondo. Quindi, per quanto complicata sia la chiave, in qualche ora si trova.
“Il problema più grave di chi fa edizioni digitali”: dice Bottoni: “è che alla fine il prodotto va visualizzato su uno schermo e ascoltato. Ma esistono telecamere e microfoni. La maggior parte delle copie sono fatte così, anche quelle dei brani musicali. E per questo attacco non esiste nessuna difesa”.
Poi grazie a DjVu, un formato che permette di avere file che pesano solo una frazione di quelli tradizionali, si può fotografare l’intera Treccani e metterla su internet in un piccolo file, senza preoccuparsi di nessuna protezione. “La customizzazione (la personalizzazione) è la miglior protezione” conclude Bottoni: “E l’unico modo per evitare di essere piratati è meritarsi i soldi!”
Finché il libro era un oggetto, rispettare le regole era quasi obbligatorio: se lo volevi dovevi comprarlo. Ma ora che ha perso la sua consistenza fisica, si va verso l’idea che il sapere sia a disposizione di tutti e in quest’ottica i diritti degli autori sembrano svanire.
E’ di pochi giorni fa la notizia che l’accordo fra Google e gli editori è stato bocciato dal giudice americano perché viola le leggi sul copyright e l’antitrust. Perciò Google non potrà creare la gigantesca libreria digitale in cui mettere, volenti o nolenti, tutti gli autori,  per poi pagarli se i loro testi fossero cliccati e visionati online.
La sua istanza è stata bocciata, ma l’antitrust ha chiesto una revisione della normativa sul diritto d’autore che tenga conto delle innovazione tecnologiche ed economiche del web. E’ necessario trovare una soluzione che tuteli la proprietà intellettuale, pur permettendo il suo sfruttamento da parte dei servizi tecnologicamente innovativi.
Altro campo in ebollizione è la scuola, dove i “nativi digitali”, dotati di “pensiero connettivo”, si confrontano con docenti ancorati alle singole discipline. Questo porta a un ribaltamento dei ruoli: sono i ragazzini che devono insegnare agli insegnanti e i professori che devono imparare a utilizzare tutte quelle tecnologie che lo studente porta in classe e loro gli sequestrano.

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Max Whitby

Che l’ebook non è una fotocopia digitale di quello di carta ce l’ha mostrato Max Whitby, direttore della Touch Press. Loro hanno voluto fare qualcosa che vada oltre la pagina stampata e che si sposi bene con l’interattività e la tridimensionalità. Così hanno messo insieme alcuni dei migliori softwaristi americani che, con gli autori, hanno creato The Elements (gli elementi), un libro per iPad. Ne hanno vendute 300 mila copie stampate in 15 mesi e 185 mila ebook in 10 mesi. Whitby ce l’ha mostrato ed è bellissimo. Gli elementi – l’oro ad esempio – girano quando li tocchi, si ingrandiscono, o rimpiccioliscono, si capovolgono, etc. Anche Solar System (sistema solare), il loro secondo ebook, è stato un grande successo. Naturalmente gli ebook sono in diverse lingue, ma non ancora in italiano, forse perché, come ha detto Cavallero, il nostro peso sullo scacchiere mondiale delle lingue è come quello del Patois.

April is the cruellest month, breending
Lilacs out of the dead land.

Il libro è morto: viva l’ebook!   Vol. 2Ora stanno per lanciare The Waste Land, un ebook sulla poesia di Eliot. Whitby ci fa vedere un’attrice che la legge, ci mostra che si possono isolare le singole parole. La poesia viene letta da molti, tra cui l’autore, e si può passare dall’uno all’altro. Ci sono 40 interviste ai più grandi esperti di Eliot. C’è la migliore stampa del premio Nobel, etc.
Hanno usato la TV, la stampa, l’interattività e le hanno integrate nella bellezza dei nuovi media. Solar System è costato 250 mila dollari, ma in 4 settimane e due giorni il costo è stato ammortizzato. Whitby conclude dicendo: “Solo altissima qualità, ma se ce la fate potete fare tanti soldi”.
Lo so che nel nostro paese abbiamo un po’ perso l’abitudine alla qualità,  ma perché non raccogliere la sfida di Whitby e realizzare la Divina Commedia, o l’Odissea del fututo?

Aprile è il mese più crudele,
genera lillà dalla morta terra.

Fine vol. 2



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