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“Il libro segreto delle cose sacre” di Torsten Krol: riflettere sulla scrittura

Creato il 05 marzo 2013 da Sulromanzo

Il libro segreto delle cose sacreQuante sono, tutto sommato, le opere di narrativa contemporanea che si sono confrontate in modo esplicito con la scrittura e la sua essenza?

 

Non molte, o forse addirittura poche. Per questo motivo non è inopportuno segnalare un’opera che lo fa, e anche con molto garbo e capacità di affascinare.

 

Il libro segreto delle cose sacre è il terzo romanzo di Torsten Krol, autore, pare, dall’identità ignota, già pubblicato nel nostro Paese da ISBN Edizioni nel 2008 con Callisto e nel 2009 con Gli uomini delfino.

 

In pieno stile post-apocalittico, si immaginano un mondo e un tempo futuro, in cui una «Grande Pietra», nel suo impatto con la Terra, ha spazzato via in un solo istante buona parte delle forme di vita esistenti. Ma un nutrito gruppo di donne, che adorano la Luna, Selene, come una dea, hanno ricostruito una forma sociale, isolando gli uomini, e costruendo una specie di autarchia mistica post-femminista tutta loro.

 

La protagonista, una dodicenne di nome Aurora, è la Scriba di questa Chiesa. Vale a dire: trascorre il tempo a scrivere il nome di Selene in un apposito libro, in una sorta di preghiera grafica ininterrotta.

 

Al di là delle vicissitudini narrate, l’elemento della scrittura può già suggerirci la profondità della riflessione portata avanti, quella che vogliamo puntualizzare: Aurora è costretta, anche se dice di farlo con piacere, a scrivere ogni giorno, per ore, lo stesso nome, come se quell’inchiostro avesse il potere di innescare un cambiamento nel pandeterminismo.

 

Dunque, la domanda è: per voi che tipo di “oggetto” è la scrittura? Magico? Religioso? Immanente o trascendente? E che ruolo ha quest’oggetto?

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