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Il 28 settembre 2011, cioè mercoledì scorso, in una casa di Amsterdam, ci ha lasciato una delle più grandi e poco considerate scrittrici contemporanee: la novantatreenne Hella Haasse. La Signora delle lettere olandesi, elegante di aspetto e sottile di pensiero. La sua dignitosa umanità traspare nei suoi romanzi, come dal suo sguardo intelligente e vitale; ci lascia in eredità una ricca raccolta di romanzi, tra cui vanno ricordati Oeroeg (1948), il suo primo romanzo storico (aveva undici anni quando l'ha scritto), Il lago degli spiriti (Lindau, 1992), I signori del tè e Il profumo di mandorle amare (Rizzoli), nonchè l'autobiografico Tiro ai cigni (1997, Iperborea).
Ora basta con i toni tristi da necrologio: se vogliamo rendere omaggio a questa Dama, dobbiamo farlo ricordando con affetto e vivacità la sua vita spesa tra le Indie Olandesi e Amsterdam, studiando drammaturgia, sulla scia di un'eccentrica famiglia. I pieni e i vuoti della sua esistenza hanno dato vita a storie vere e commoventi, di raro spessore umano: le hanno fatto cambiare nome (all'anagrafe è Helene Serafia), l'hanno resa sensibile ai simboli e alla mitologia, alle dimensioni molteplici e mutevoli della realtà. Può sembrare strano, visto che è conosciuta prevalentemente come autrice di romanzi storici: ma Hella S. non ha mai smesso di cercare, di indagare, di rovistare tra i ricordi, trasformandoli un po' in finzione, che è quello che ogni racconta-storie che si rispetti sa fare. I suoi libri sono fatti di una libertà di pensiero ammirevole, proprio quella che "si lascia esprimere solo attraverso immagini, metafore" e che per lei rappresenta "l'essenza dello scrivere": proprio come "l'inafferabilità di un sapere che non è concettualizzato". Rimangono lì, nella sua zona liminare, tra Oriente e Occidente, tra amore e disdetta, tra comprensibile e non, tra presenze e assenze. L'ultimo gioiellino, Genius loci, sembra essere la summa di tutto il suo percorso, dell' incessante interrogare l'esistenza e i suoi trascorsi, senza mai arrivare a una conclusione. Come potremmo mettere un punto? Hella, dall'alto del suo asteroide (il 10250, dedicatole dai suoi connazionali), continua a sorridere enigmatica, invitandoci a proseguire la sua ricerca, invitandoci ad essere lucidi, ma non troppo, a non sottovalutare ciò che la realtà custodisce.
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