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Il lungo viaggio nel Budo

Da Stefano Bresciani @senseistefano
Data: 19 giugno 2013  Autore: Federico Bertoni

Il lungo viaggio nel BudoPratico Aikido da quasi 4 anni.

In questo post voglio raccontare la mia sinora breve ma piacevole e intensa esperienza nell’apprendimento del Budo. Anche se intendo il Budo sotto il profilo Corpo-Mente-Spirito in questa particolare fase del mio lungo cammino desidero soffermarmi sulla parte relativa alla tecnica, il mezzo per lo sviluppo dell’intero essere negli aspetti sopra citati.

In un recente periodo di studio il mio carissimo amico e Sensei Stefano Bresciani ha messo dei puntini su quelle che sembrano piccole sfumature quali:

  • la respirazione durante l’esecuzione tecnica
  • l’attendere e il sentire l’energia di Uke senza aver fretta di chiudere
  • far fare la tecnica a uke utilizzando la sua forza (e non quella di Tori)

Particolari che aprono la mente e che mostrano un modo nuovo di praticare. Non ti nascondo però che le difficoltà da parte mia si sentono ovvero la pratica è sempre più piacevole, ma ciò che guadagno praticando in benessere e relax lo perdo però nell’esecuzione tecnica e questo spesso mi demoralizza! Mi dico certe volte arrivato a casa: caspita queste tecniche mi venivano meglio un anno fa! Poi capisco che certamente tutto ciò fa parte della tortuosa strada dell’ apprendimento del Budo che ci mette spesso alla prova… la fatica, le difficoltà che servono appunto per crescere e così vado avanti lezione dopo lezione aspettando che si illuminino in me nuove lampadine! Tutto ciò, ricordo bene, era stato menzionato proprio dal nostro caposcuola Sensei Kenji Shimizu durante il suo primo seminario in Italia a Milano (luglio 2011). Enunciava difficoltà che sorgono dopo circa 3-4 anni di pratica dove si avvertono stabilizzazione nell’apprendimento e adeguamento ai movimenti di Uke… ma allo stesso tempo spronava ad andare avanti, perseverare poiché l’Aikido riserva sempre sorprese, a lungo termine!!!

Quindi mi trovo qui… e intendo starci, desidero andare avanti nell’apprendimento non certo aspettandomi di essere avvolto dallo spirito dorato che scaturì dalla terra e che avvolse O’Sensei facendo diventare d’oro il suo corpo… neppure raggiungendo la sua illuminazione però, sinceramente, almeno un puntino di quanto provò non sarebbe male…

Un grazie speciale a Stefano, Simone e tutti coloro con i quali ho potuto praticare questa fantastica disciplina non dimenticando certo il nostro caposcuola italiano Massimiliano Gandossi che ci ha permesso di conoscere e praticare lo stile di Aikido Tendoryu. Uno stile che letteralmente adoro.

Buon Aikido a tutti!

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