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Il "Lupo di Angera", terrore del Lago Maggiore.

Creato il 17 giugno 2014 da Il Viaggiatore Ignorante

Siamo sul finire del 1600 in quel tratto del lago Maggiore tra Arona ed Angera.

Le locande della zona servono vino ai forestieri ed ai clienti abituali. Alle pareti mensole che sorreggono lampade per l'illuminazione serale, sotto di esse anfore che un tempo venivano utilizzate per portare il vino in tavola; Probabilmente qualche maldestro, o forse troppo ubriaco frequentatore, ha trascinato le anfore di cui sopra, insieme a se stesso, per le terre, mortificandole e distruggendole in parte, rendendole quindi inutilizzabili per la bisogna.Se vi fosse capitato di sedervi in una di queste osterie avreste ascoltato le storie del Lupo di Angera.Siamo a cavallo tra la storia e la leggenda, con la partecipazione straordinaria del mistero.Un lupo sulle rive del lago?No! non parliamo del nobile animale, padrone delle montagne di mezza Europa! Parliamo di un uomo che per diversi anni pose la zona in questione sotto l'assedio del terrore piratesco.Il "Lupo di Angera" era nativo di Arona. Passato alla storia come pirata ed alla leggenda come distruttore di vite."Ur Luff" aveva grande barba, dimensioni da eroe greco e carnagione scura. Come nelle migliori saghe il pirata era protetto dal podestà o governatore della piccola città. Il loro rapporto si basava sulla cessione del quinto! Si del quinto del bottino che il nostro masnadiero riusciva a derubare sulle sponde del lago.Vi sono poche informazioni certe giunte sino a noi, una di queste è relativa all'antro, la grotta ai piedi della Rocca di Angera, che serviva da riparo per il pirata e la sua piccola flotta di imbarcazioni, ancora oggi conosciuta come la "tana del lupo".Il Lupo era solito agire a cavallo tra il periodo autunnale e quello invernale; il motivo è da ritrovare nella foschia, o nella nebbia, che in quel periodo avvolgeva la sua imbarcazione e che gli permetteva di assalire alle spalle, senza essere scorto, le imbarcazioni cariche di merci che solcavano le acque del Lago Maggiore.Il nostro non era solo pirata, era altrettanto saccheggiatore di città!Tale attività lo portò a pensare, ideare e realizzare una galleria tra Angera ed Arona che passava al di sotto del lago nel punto in cui vi è minore distanza tra le due rive. La galleria era funzionale all'attività di saccheggio, in quanto gli permetteva di giungere nella città da depredare all'improvviso, non permettendo ai poveri malcapitati di organizzare resistenze.Il Lupo decise che nessuno dovesse rimanere in vita per raccontare il proprio mistero per cui decise di uccidere tutti coloro che avessero partecipato alla costruzione!Ma la leggenda non sarebbe tale se non vi fosse un racconto dai tratti sconvolgenti.Il Lupo si narra che avesse un solo nemico, un signore di Taino che resisteva alle sue scorribande. Il pirata mandò i suoi sgherri nella piccola città nelle vicinanze di Varese con il preciso ordine di rapire il figlio del rivale. Il bimbo venne portato ad Angera nella grotta dove riparava il pirata. Senza pietà e senza scrupolo lo uccise, lo cucinò ed alla fine lo mangiò!Le sue angherie ebbero fine quando decise di rapire e violentare, per diversi giorni, due ragazze di buona famiglia. Le fanciulle, appena finite le violenze, ed approfittando del riposo del mostro, scapparono dall'antro per lanciarsi dalla rupe. Preferirono la morte rispetto alla vergogna! Il fatto fece un grande clamore. Il prete di Angera procedette con l'immediata scomunica del Lupo.Il podestà allontanò da se l'ingombrante figura.Allontanato dalla Chiesa, bandito della Signoria,  il Lupo si perse nelle nebbie del lago...Nelle osterie si raccontava una storia: alcuni frequentatori abituali, tra una bottiglia e l'altra, avanzarono la teoria che il pirata fosse annegato durante il crollo della sua galleria tra Angera ed Arona, motivo per cui la stessa non venne mai trovata......Fabio Casalini.Portfolio personale ed inedito di Minghini Yuri.

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