I know i know, come sicuramente saprete anche voi Il macellaio (1998) è un fulgido esempio di guano cinematografico che nonostante goda di una reputazione imbarazzante è più famoso di altri film ben più meritevoli di lui. Il perché è facile facile: lei, la protagonista. Alba Parietti. Godendo al tempo di una certa visibilità grazie alla tv ed essendo quindi un volto noto anche e soprattutto negli anni seguenti, ecco che un insofferente al tubo catodico come me medesimo, si va a vedere per pura curiosità cosa combina la soubrette torinese con ‘sto macellaio nerboruto.
In realtà combina ben poco, e quel poco verso la fine.
Prima c’è un’approssimativa disamina della sua situazione coniugale con alcune grane relative ad una adozione. Lo spessore dei personaggi è tale da renderli sagome di cartone guidate dalla modesta mano di Aurelio Grimaldi; la vicenda possiede ovviamente una povertà di fondo che tutto l’ambaradan messo in piedi poteva essere tranquillamente condensato in un corto di cinque minutini. E poi, come letto in altri siti, vi sono reminescenze fantozziane nell’avventura fedifraga: Manojlović come il panettiere Abatantuono, Alina come la Pina. Peccato non aver visto il marito tornare dal suo tour, se no altro che sfilatini negli armadi, grandi salsicce come se piovesse!
Tornando seri (lol). Oltre alla scena con l’Angiolini in sottofondo, ci sono altri momenti tristi che mi pare doveroso menzionare. Così, a random: Alba che spia il macellaio e la cassiera fare all’amore nella cella frigorifera, i pensieri spinti del negoziante che sembra riscuotere parecchio successo con le clienti nonostante le sopracciglia a spazzola rovesciata, il petting fra i due amanti che è una delle scene più goffe mai viste prima e il montaggio finale che alterna l’amplesso viulento dei due al coro che canta alleluia diretto dal marito cornuto.
Nel cast si possono ritrovare alcune superstar delle fiction nostrane come Giulio Base e Caterina Vertova. Presenze, manco a dirlo, inutili.
Ma non ho ancora risposto alla domanda più importante.
Lo faccio ora. Sì, aho, alla fine la Parietti nuda ha un suo perché, e si può passare oltre i due canotti sopra il mento, peccato che si veda sempre di sfuggita. Ah, di cose zozze non ne fa, a meno che non vi eccitiate per un po’ di yogurt sulle dita.
Cult dell’inutile.