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Il Maestro dei Templari e la barbiera

Creato il 30 gennaio 2012 da Senziaguarna

di Emilia Costantini

Paolo Graziosi protagonista al Festival del Teatro medioevale e rinascimentale.

Il Maestro dei Templari e la barbiera

Paolo Graziosi ed Elisabetta Arosio, ovvero Jacques de Molay e la Barbiera.

«I Templari, ultimo atto»: uno spettacolo che, ancora una volta, tenta di entrare nel mistero dei cavalieri del Tempio. Scritto da Gian Piero Alloisio e interpretato da Paolo Graziosi, Sergio Romano, Marco Avogadro e Simona Guarino, per la regia di Consuelo Barilari, debutta ad Anagni stasera, con replica domani, nell’ ambito del Festival del teatro medioevale e rinascimentale.
L’ azione si svolge in un’ ora e mezza nella notte tra il 17 e il 18 marzo 1314, in una prigione di Parigi. Jacques de Molay, ultimo Gran Maestro del Tempio (impersonato da Graziosi) riceve la visita di una Barbiera: il vecchio cavaliere, infatti, deve essere pronto per l’incontro con gli ambasciatori del Papa, un momento che attende da sette anni. E mentre la Barbiera gli taglia i capelli, secondo l’ usanza templare, egli racconta le origini dell’ordine, il timore e la speranza di Ugo di Payns (fondatore dell’ ordine) e di San Bernardo (il padre spirituale di Ugo). Durante il racconto, vengono quindi evocati una serie di altri personaggi, dal re Filippo al Papa Clemente V, dall’infido ministro Nogaret al Vescovo Marigny. Ma ben presto Jacques capisce che il Papa non ha fatto nulla per sette anni, né farà mai nulla e che il futuro dei Templari è la prigione a vita. Spiega l’autore: «L’enorme ondata emozionale suscitata dalla scomparsa di Giovanni Paolo II, dimostra il ritorno del Sacro nella nostra società. Il successo clamoroso del Codice da Vinci, l’interesse di Hollywood per le Crociate, le trasmissioni televisive che parlano in vari modi del “mistero”, appartengono a questa nuova attenzione. La politica internazionale stessa – aggiunge Alloisio – dopo il fatidico 11 settembre, è dominata dai temi della guerra e della religione. Parlare oggi dei Templari, dunque, significa parlare del nostro tempo, attraverso la storia medioevale». La rivoluzione socio-culturale iniziata da Ugo di Payns e compiuta con il sacrificio di Jacques de Molay, costituisce il «mistero» di cui, con questo testo, si vorrebbe cominciare ad aprire lo scrigno. Interviene la regista: «Sono felice di realizzare uno spettacolo sui Templari. Venivo dall’esperienza di un progetto teatrale su Federico II, in cui veniva messa in luce la strategia di tolleranza dell’ Imperatore tedesco verso le diverse religioni nel Mediterraneo: esempio di un pensiero di sintesi tra Oriente e occidente, culminante nella crociata di pace a Gerusalemme. Ora i Templari son un argomento storico di trascinante attualità e di grande forza spirituale, per approfondire il conflitto tra la teocrazia papale e il potere temporale». In occasione dello spettacolo, domani alle 17, si terrà la tavola rotonda sul tema: «La vicenda dei Templari, tra storia e mito», cui partecipano tra gli altri Simonetta Cerrini (storica e filologa), Laura Minervini (ricercatrice), Vincenzo Valentini (segretario nazionale dlela Libera Associazione Ricercatori Templari Italiani) e Fabio Giovanni Giannini (saggista).

da “Il Corriere della Sera”, 08/07/2005.



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