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Il maestro e Margherita

Creato il 24 aprile 2013 da Siboney2046 @siboney2046

bulgakov il maestro e margherita

Immaginate Satana ed il suo seguito che arrivano a Mosca: mentre il diavolo Woland si riposa e si prepara al tradizionale ballo del plenilunio con tutti gli ospiti (cadaveri di peccatori tornati in vita), i suoi (ovvero l’astuto ‘maggiordomo’ Korovev ed il gatto-giullare Behemot) gettano lo scompiglio in città, ingannando il popolo-bue con denaro falso e irretendolo con vane promesse di realizzazione dei suoi superficiali desideri; nel frattempo Azazello, il sicario del demonio, si occupa di trovare la signora del ballo che per consuetudine deve rispondere ad alcuni requisiti, fra i quali, chiamarsi Margherita. La scelta ricade su una giovane donna sposata con un uomo ricco che la adora e le dà tutto quello che vuole, eppure lei è infelice perché il suo amore è tutto per un altro, per il Maestro, uno scrittore rinchiuso in un ospedale psichiatrico per esaurimento nervoso a seguito dello stroncamento da parte del regime sovietico del lavoro della sua vita, un romanzo su Ponzio Pilato. La ricompensa per Margherita sarà proprio ricongiungersi con il suo unico amore, ma questo avverrà solo al momento giusto. E poi tutti i personaggi al contorno, come gli intellettuali del Massolit, al cui presidente Berlioz viene mozzata la testa in un incidente subito dopo il profetico incontro con Woland e tutti i componenti dell’amministrazione del teatro di varietà che dopo aver ospitato il diavolo per uno spettacolo di magia nera subiscono catastrofi abbominevoli in punizione dei loro peccati. Immaginate anche solo questo e sarete ancora lontani dalle vicende di questo splendido romanzo.

Michail Bulgakov iniziò la stesura de Il maestro e Margherita nel 1928 ma l’opera vide il compimento solo nel 1940, a pochi mesi dalla morte dello scrittore russo di origine ucraina: tredici anni per creare un capolavoro che venne pubblicato integralmente solo tra il 1966 ed il 1967. Per me è facile capire se un romanzo è qualcosa di speciale: se dopo averlo letto, anche a distanza di molto tempo, anche se la trama è un ricordo confuso, se la sensazione che provo a ricordarlo è quella di un tuffo al cuore, so che si tratta di qualcosa di unico, da annoverare tra le opere che ritengo indispensabili alla vita. Perché un libro può essere indispensabile alla vita: le emozioni scaturite dalla lettura di un buon libro, anzi, di un libro eccezionale, possono essere davvero determinanti per la formazioni caratteriale di una persona; i libri non sono solamente cumuli di pagine e di vicende fittizie, sono esperienze, tanto quanto un viaggio.

Il maestro e Margherita può essere inserito in quel filone a me tanto caro del Realismo magico (ricordate Cent’anni di solitudine?) in cui realtà e magia si mescolano creando un quadro palesemente fittizio ma altrettanto concreto: anche se le vicende raccontate sono visibilmente assurde, hanno dei connotati così realistici che si è propensi a credere siano possibilissimi.
Gli avvenimenti dei protagonisti moscoviti si intrecciano al racconto della storia dell’incontro tra Ponzio Pilato e Jeshua Hanozri, il nostro Gesù: le vicende della Passione vengono umanizzate, perdendo i connotati biblici del vangelo e dandoci una diversa interpretazione dei fatti ed in particolare dell’egemone romano passato alla storia. Il suo tormento interiore è il tormento del maestro, ma anche del poeta Bezdomnyj, membro del Massolit, che impazzisce (o forse no) all’incontro con Satana.

Il romanzo non è altro che l’ennesimo scontro tra il bene ed il male, in cui il male, però, non è rappresentato dal diavolo, ma dal vizio che corrompe la società e dagli anelli deboli che la compongono, gli uomini, capaci solo di ingannare per il proprio interesse. Alle tematiche di caduta, tradimento, amore, tutti argomenti già cari al Faust di Goethe, ispirazione per Bulgakov, si aggiungono gli elementi della commedia macabra, magistralmente interpretata da Kororvev e Behemot, non semplici macchiette ma veri e propri personaggi, in grado di tracciare una beffarda satira della popolazione russa, intenta solo ad occuparsi della propria vanità.
Nonostante i personaggi principali possano sembrare Margherita ed il maestro, la vera protagonista della storia è Mosca, con  la sua meschinità e la sua ipocrisia: il regime sovietico viene duramente criticato, anche se questo avviene solo in termini ironici che però, il più delle volte, sono i termini più feroci, come in questo caso. Il maestro, disperato per i problemi causatigli dal suo romanzo tenterà di bruciarlo così come aveva fatto Bulgakov nel 1930 a causa della censura stalinista ma, come dice Woland al loro incontro, «I manoscritti non bruciano» e grazie al cielo è così altrimenti avremo perso uno dei capolavori della letteratura di ogni tempo.

Avete letto Il maestro e Margherita? Cosa ne pensate?


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