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Il Maine: ritorno alla natura tra le sentinelle del mare

Creato il 26 febbraio 2015 da Dfalcicchio

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Nel 1978 Ken Barnes e sua moglie Ellen si stabilirono a Rockland per avviare un’attività che li avrebbe portati a respirare tutti gli odori e ad esplorare ogni singolo anfratto del Mid-coast Maine, “un posto magico,” a loro dire, “dove le montagne si incontrano con il mare”. La coppia è stata proprietaria, per oltre venticinque anni, di una goletta, la Stephen Taber, con la quale ha solcato tutte le acque del mondo, riportando indietro un bagaglio di storie da raccontare. Oggi è possibile ascoltare quei racconti straordinari se ci si ferma a mangiare nel loro pub, il Waterworks, oppure se si alloggia nella loro locanda (The Captain Lindsey House) datata 1835. Il veliero, che fu costruito nel 1871, è stato ereditato dal figlio Noah, cresciuto proprio sopra il magnifico vascello; insieme a sua moglie Jane continua la tradizione dei genitori accompagnando, tutti coloro che volessero, alla scoperta delle bellezze del posto a bordo del Taber. E il Maine di bellezze ne ha davvero tante, da apprezzare in tutte le stagioni. Resterete incantati dal foliage autunnale, durante il quale la natura veste i boschi dei suoi colori più scintillanti e si cammina su immensi tappeti di foglie che paiono carboni roventi. “Gli europei che vengono in America sono sorpresi dallo splendore del nostro fogliame autunnale. Tale fenomeno non è tenuto in alcuna considerazione nella poesia inglese, poiché lì gli alberi acquisiscono soltanto pochi colori brillanti”. Si legge in Autumnal Tints (Tinte autunnali) di Henry David Thoreau, filosofo e scrittore americano dell’Ottocento, considerato il teorico del ritorno dell’uomo alla natura selvaggia, “solo quando ci siamo perduti, in altre parole, solo quando abbiamo perduto il mondo, cominciamo a trovare noi stessi, e a capire dove siamo, e l’infinita ampiezza delle nostre relazioni”. Durante i suoi tre viaggi nella regione (nel 1846, 1853 e 1857), Thoreau tenne dei diari che vennero pubblicati postumi, nel 1864, col titolo di The Maine Woods (I boschi del Maine) dove, lontano dalla frenesia e dal ritmo incalzante della città, descrive i percorsi leggendari, le esperienze naturalistiche ed il suo abbandonarsi alla natura, “qualcosa di selvaggio e terribile benché bellissimo. Qui non c’erano giardini ma il globo incontaminato”, che possiamo rivivere come intrepidi esploratori attraverso un’esperienza trascendente. In estate, invece, si può andare alla scoperta della costa, meravigliosa e scenografica, dominata dai suoi numerosi fari. Delle sessanta lanterne del Maine che illuminano l’Oceano Atlantico, vorremmo ricordare il faro di Portland Head a Cape Elizabeth ed il Marshall Point Lighthouse di Port Clyde. Il primo è il più antico ed è tuttora funzionante, il secondo oltre la serenità che ispira, è famoso anche per Forrest Gump. Dalle fiere artigianali alle sagre, dai concerti alle mostre d’arte, nel Maine, insomma, non ci si annoia mai. Chiedete a Jessica Fletcher, “la signora in giallo”, l’abitante del Maine – forse – più conosciuta al mondo. Potrebbe consigliarvi di gustare un piatto tipico del posto, le aragoste (lobster), una vera prelibatezza, sempre che non siate coinvolti in un caso di omicidio! Per gli appassionati della serie, che volessero visitare Cabot Cove, c’è una brutta notizia. “Il tranquillo paesino” – si fa per dire, dato che conta più morti violente che non Caracas – purtroppo non esiste. Le scene furono girate, infatti, sulla costa opposta, in California, nella cittadina di Mendocino, dove si trova tuttora la casa vittoriana della scrittrice.

Giovanna Scatena


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