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Il male naturale, di Giulio Mozzi

Creato il 04 marzo 2011 da Libriconsigliati
Il male naturale

Il male naturale

Titolo: Il male naturale

Autore: Giulio Mozzi

Editore: Laurana editore
Pagine: 192
Prezzo: € 15,50
Pubblicazione: gennaio 2011
ISBN: 978-88-9699-901-1

Valutazione Libri Consigliati: imperdibile.


Non credo sia possibile recensire Il male naturale, di Giulio Mozzi, perlomeno non nell’accezione tradizionale, o meglio, seguendo una certa prefissata metodologia. C’è da dire, intanto, che Demetrio Paolin, nella postfazione al libro in oggetto, indaga e chiarisce molto più di quanto io non possa fare in questo breve commento: Il male naturale, quindi, è un libro che “basta a se stesso”, da tutti i punti di vista. Basta a se stesso nel suo essere soliloquio partecipativo, nel suo forzare il lettore a ricoprire un ruolo scomodo, quello dello spettatore chiamato alla reazione.

Il male è connaturato all’uomo, perché legato alla sua condizione animale, corporale: partiamo da qui. Mozzi definisce a più riprese quest’assunto e scrive attorno ad esso, muovendosi senza soluzione di continuità nell’alternanza di una narrazione che vede protagonisti uomini e donne imprescindibilmente legati alla propria condizione che è dolore, mancanza e vuota permanenza. L’origine del nostro male è parte stessa della carne di cui siamo fatti, dell’impossibilità di far “aderire” ciò che sentiamo di essere e ciò che siamo:

Io voglio molto bene a questa carne della quale sono fatto e credo sinceramente di essere questa carne, anche se mi accorgo che c’è una parte di me che la carne non basta a fare e che è fatta di un’altra materia che non conosco bene: immagino che sia sottile, leggera, trasparente e femminile. Splatter (breve).

Ed è questa duplice tensione, terrena e spirituale, a produrre una lacerazione insanabile:

Sto combattendo contro quella sensazione di morire che mi invade sempre quando mi avvicino a un’altra persona. Io finisco in un certo punto, lei comincia oltre quel punto, in mezzo c’è un vuoto sottilissimo che non si buca. Potrei fare un passo o un salto, dovrebbe essere un movimento incontrollato che sicuramente mi verrebbe goffo e brutto, per buttarmi di là, dove vedo che si cade infinitamente. Splatter (breve).

Mozzi ci parla di servi privati della presenza amorevole del loro padrone, di adolescenti che sperimentano l’inconciliabile rapporto fra desiderio e incomunicabilità, di uomini che amano ragazzi e di uomini che amano bambini. A questo proposito, in questa raccolta è presente Amore, un brevissimo testo che descrive un rapporto sessuale fra un uomo, che ama, e un bambino: questo racconto è stato al centro di uno scandalo (quando venne pubblicato era il 1995 e venne condotta un’indagine parlamentare sul caso), per ragioni facilmente comprensibili. Eppure in quelle tre pagine io leggo solo e unicamente quel sentimento d’afflizione penetrante che anima tutta la raccolta, e ne apprezzo la natura altra, così evidente che pare persino eccessivo dover leggere della cronistoria del “caso” ricostruita dall’autore a chiusura della raccolta.

È in Coro, quindi, rivelando il suo Io narrante (che attraverso i racconti si fa istrionico), che Mozzi definisce la valenza di questa raccolta e, più in generale, il suo modo d’intendere la scrittura, e il suo ruolo, come anelante alla redenzione:

a me interessa raccontare delle storie di redenzione parlando della redenzione come di una cosa vera, cosa che non fa nessuno perché io credo che veramente non ci creda quasi più nessuno, alla redenzione, alla sopravvivenza delle anime e alla resurrezione dei corpi, alla sopravvivenza di queste anime e alla resurrezione di questi corpi, secondo me moltissimii fedeli e moltissimi preti non ci credono, non perché siano cattivi fedeli o cattivi preti, per carità, ma perché non ne sono capaci, e così quasi tutti non ne sono capaci, io ne sono capace invece e il mio dono è questo, esserne capace […]. Coro.

Di grande spessore stilistico, e forte impatto emotivo, segnalo Morte di Richesse, che apre la raccolta, Apertura e Lascio. Da questo punto di vista ho apprezzato meno Super nivem, i cui tempi non mi hanno convinto appieno.

Roberto Giungato per Libri Consigliati

L’AUTORE

Giulio Mozzi (Camisano Vicentino, 1960) ha pubblicato vari libri tra cui Questo è il giardino (Theoria, 1993), La felicità terrena (Einaudi, 1996), Fantasmi e fughe (Einaudi,1999), Fiction (Einaudi, 2002), Corpo morto e corpo vivo. Eluana Englaro e Silvio Berlusconi (Transeuropa, 2009), Sono l’ultimo a scendere e altre storie credibili (Mondadori, 2009). Consulente editoriale per Einaudi Stile Libero, ha maturato anche una solida esperienza come docente di scrittura. Su questo argomento ha pubblicato un fortunato Ricettario di scrittura creativa (con Stefano Brugnolo; Zanichelli, 2000) e da ultimo (Non) un corso di scrittura e narrazione (Terre di Mezzo, 2009). Nel 2009 ha creato la casa editrice in rete Vibrisselibri, che si va ad affiancare all’omonimo bollettino di scritture e letture.

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