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Il Maresciallo Lyautey in Marocco

Creato il 14 marzo 2014 da Paolo

marechal-lyauteyIl Maresciallo Lyautey nacque da una famiglia di tradizioni militari nella città di Nancy, il 17 novembre 1854. Hubert Gonzalve Lyautey all’età di due anni cadde da un balcone del primo piano dell’Hotel de la Reine e dovette indossare per dieci anni un corsetto restrittivo e doloroso, che comportò un allontamento dalla vita sociale in favore della passione per i libri e la cultura. Durante gli studi, in età adolescenziale, divenne un fervente cattolico ed ebbe due esperienze importanti rifugiandosi, in ritiro, nel monastero della Grande Chartreuse. Nel 1875, terminata l’Accademia Militare di S. Cyr, posizionandosi 29° su 281 allievi, entra a far parte del 26° Battaglione degli Chasseur à Pied. Inizia così la sua carriera militare che lo porterà in Algeria per due anni. In questo frangente criticherà aspramente la politica colonialista francese spronando un “sistema più civile e più umano“. Lyautey è affascinato dall‘orientalismo e trasforma i suoi appartamenti in palazzi dalle mille e una notte, mostrandosi estremamente rispettoso della cultura locale e della religione musulmana. Tra il 1894 e il 1897 sarà presente in Indocina, nel corpo di occupazione ad Hanoi, poi a Tonkino. Nel 1897 parte per il Madagascar dove vi restò sino al 1902. In Marocco arrivò nel 1907, per occupare Oujda, in rappresaglia all’assassinio del Dott.Mauchamps a Casablanca. In seguito reprimerà il sollevamento nella regione di Bèni-Snassen, nel novembre del 1907. Nello stesso periodo venne nominato Alto Commissario del Governo per la zona marocchina occupata nella Regione di Oujda. Nel marzo del 1912, la Convenzione di Fès stabilì il Protettorato francese sul Marocco, dove Lyautey fu il primo Residente Generale. Il suo obiettivo era quello di pacificare il Marocco, malgrado l’inizio della Prima Guerra Mondiale. In primis fece abdicare il sultano Moulay Hafid, il 25 agosto 1912 a Tangeri. lyautey_moulay_youssefLyautey chiese l’avvallo degli Oulema per eleggere il fratello di Moulay Hafid, Moulay Youssef, che venne scelto per la sua riservatezza, la sua compassione e per la totale mancanza di personalità. Pertanto il Residente Generale Lyautey iniziò il suo restauro al Trono alaouita cercando di farlo tornare ai suoi antichi splendori. Affascinato da quella tipologia di monarchia antica di secoli e risparmiata dalla modernità, questo conservatore esteta volle ristabilire la grandezza del sultanato. Tutto questo perchè era fortemente convinto che solo il restauro del potere poteva rassicurare il popolo e i notabili, bruciando il cerchio di un insurrezione annunciata, cosa che Lyautey comprendette perfettamente. Le antiche istituzioni vennero rispettate e le terre tribali lasciate ai loro proprietari. In una nota del 18 novembre 1920 scrisse: “Io voglio che il popolo ci ami“ e ancora: “Gli africani non sono inferiori, sono differenti“. Nella sua funzione di Residente Generale lasciò una traccia profonda nella società e nell‘urbanismo marocchino. Fermo sostenitore della cultura locale, come la scrittrice Isabelle Eberhardt, molto vicina al Generale, promuoverà diverse leggi per proteggere le antiche medine costruendo i nuovi stabilimenti fuori dai centri storici; si narra di una sua tremenda sfuriata in Place Jemaa el Fna quando vide alcuni muratori, intenti nel restauro di un Caffé, usare del cemento. Impose delle ferree regole che lasciavano ai marocchini degli spazi di libertà e l’interdizione, per i non musulmani, all’ingresso nelle moscheelyautey-general-dalbiez1 Durante la Prima Guerra Mondiale, Lyautey divenne ministro della Guerra nel Governo di Aristide Briand, tra il dicembre 1916 e il marzo 1917. Ritorno’ poi nuovamente in Marocco diventando Maresciallo di Francia nel 1921. Ma, sotto il Governo di Paul Painlevé, si vide ritirare il comando delle truppe ingaggiate contro la ribellione di Abd-el-Krim, che venne affidato a Philippe Pètain. A quel punto Lyautey si dimise dall’incarico e rientrò definitivamente in Francia nel 1925. Lyautey vivrà sino alla morte a Thorey, che avvenne il 27 luglio 1934, all’età di 79 anni. Un anno dopo la sua salma venne inumata a Rabat, dove resto’ sino al 1961. In quell’anno venne riesumato e sepolto nella cappella dell’Hôtel des Invalides a Parigi. Tanto si è scritto su questa figura importante e fuori dagli schemi classici del colonialismo “tout court”. Anche le critiche non le sono state risparmiate, come allusione relativa al suo orientamento sessuale e citata da Christian Gury nel suo libro “Lyautey-Charlus, libro consacrato a Lyautey e all’omosessualità. Gury dimostra anche l’influenza avuta da Lyautey come modello al Barone de Charlus, il celebre personaggio della “Recherche” di Proust. Guy Duprè evoca in egual misura l’omosessualità del Generale nel suo libro “Le manovre d’autunno” e il giornalista Angelo Rinaldi scrisse diversi articoli a riguardo su “Service de presse“. Jean Cocteau, che lo conosceva bene, racconto’ che Lyautey gli chiese un esemplare del suo “Libro bianco“, un libro semi-clandestino apparso nel 1928, senza il nome dell’autore, con alcune illustrazioni a sfondo omoerotico, nello stile tipico di Cocteau. Dopo averlo letto, Lyautey ricevette Cocteau per ringraziarlo e disse: “ Ora vi lascio con questo giovane lungotenente, spiegategli tutto questo (riferito al libro) e ditegli di non ostinarsi“. Resta il fatto che Lyautey  ha segnato un percorso della Storia del Marocco considerata anche la cecità e i disastri dei suoi successori; l’Emiro Chebib Arslan, uno dei grandi uomini della Nazione Araba, disse di lui nel 1931: “Lyautey è un nemico che non commette atti indegni (…) perchè è il più saggio. Sa parlare con questa sua saggezza e calmare gli Arabi (…) Lyautey ha ucciso l’Indipendenza del Marocco, ma senza umiliarla“. Nella sua figura dimora un icona rispettata dal Marocco indipendente. Questa riconoscenza data da un popolo colonizzato è un caso unico in seno al mondo musulmano.

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