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Il marito in cucina

Da Mikiparis

Nella nostra coppia, fin dall'inizio, abbiamo sempre ripartito in maniera equa i compiti in casa. A questo proposito siamo sempre stati d'accordo fin dall'inizio e ci sembra anche ovvio che debba essere cosi'. Devo ringraziare mia suocera se ha educato cosi' bene MA e lo apprezzo tanto di più se penso a come mio papà e mio suocero facciano poco o nulla in casa, lasciando la maggior parte delle incombenze alle mogli.

All'interno della nostra ripartizione dei compiti, teniamo conto delle preferenze di ciascuno dei due: a me non dispiace stirare, mentre MA lo odia ed è abbastanza lento, per cui sono io che me ne occupo. A me non piace andare a gettare le immondizie e pulire il bagno (lo ammetto, sono schizzinosa) e questo lo fa il marito, senza batter ciglio. Io sono quella che di solito si occupa di mettere a posto i vestiti e la biancheria (dopo anni ancora MA non ha imparato dove vanno le mie cose, tipo calze, calzini e gambaletti, che per lui sono la stessa cosa), mentre a lui lascio la gestione di tutte le carte e scartoffie amministrative di cui non capisco nulla e che mi fanno innervosire, senza contare che io rischio di perdere tutto!

Per quanto riguarda le pulizie in casa cerchiamo sempre di farle insieme la domenica mattina, a parte nei due anni e mezzo in cui io lavoravo anche i week-end e in cui se ne occupava lui da solo, poverino! Ora per fortuna abbiamo una signora molto brava a cui abbiamo affidato l'incarico, in previsione della nascita di Paciocco e delle mie limitate capacità di fare sforzi in questo periodo.

Infine, per quanto riguarda il lato culinario, a tutti e due piace cucinare e la decisione di chi prepara la cena dipende dagli impegni della giornata di ciascuno di noi. Quando lavoravo in pasticceria e tornavo a casa tardi, non prima delle 21, era sempre MA che si occupava della cena, anche se magari io preparavo in anticipo il condimento della pasta. Negli utlimi tempi, dopo che ho lasciato il lavoro, posso finalmente dedicarmi più tranquillamente alla cucina. Anche per l'aspetto culinario, ognuno di noi ha le sue preferenze e specialità: a me piace preparare i dolci, i risotti ed i primi in generale, mentre MA è specializzato in omelettes, verdure grigliate ("alla scapece", cioè condite con menta, olio e aceto balsamico), orata all'acquapazza (con pomodoro e patate, grazie all'aiuto fondamentale del Bimbi), pasta con i broccoli, bistecche e pollo al forno. Io in generale non amo molto la carne ed il pesce, per cui evito di maneggiarli crudi perchè mi disgustano proprio e se ne occupa MA. E' anche l'addetto alla cottura delle verdure con la pentola a pressione, perchè, devo ammetterlo, io ho paura di quell'aggeggio. Pur sapendo che è sicuro e tutto, il fischio che emette mi da' ansia, ho sempre l'impressione che sia li' li' per esplodere e quindi preferisco non usarla. Se devo cuocere le patate o altre verdure uso le pentole normali, accettando tempi di cottura più lunghi.

Ieri MA mi ha stupito con una ricetta fantastica, di cui avevo sempre sentito parlare ma non avevo ancora avuto la possibilità di assaggiare. Si tratta delle "pitticelle", delle polpette di melanzane, un piatto calabrese che mia suocera prepara spesso in estate. Il procedimento è semplice, giusto un po' lungo, ma il risultato ne vale ampiamente la pena! Quindi vi riporto qui di seguito la ricetta e vi invito a provarle perchè ne vale la pena e, se avete bimbi che non amano le verdure, questa puo' essere un'ottima alternativa per proporre loro un pieno di vitamine senza che se ne accorgano. Devo specificare che la ricetta tradizionale prevede che le polpette siano fritte (ehh stiamo parlando di un piatto calabrese, non vi aspetterete mica qualcosa di troppo leggero, no?), ma siccome per fortuna mia suocera ha tramandato a MA l'amore per una cucina sana e più leggera, la sua versione prevede una cottura al forno con un condimento a base di passata di pomodoro.

Ecco qui, dunque, le dosi che ha utilizzato MA ieri:

PITTICELLE (polpette di melanzane)

PER 20 poltette di medie dimensioni:

2 kg di melanzane 100 g parmigiano grattugiato o pecorino pangrattato qb trito di basilico e aglio passata di pomodoro olio di oliva, sale, pepe

Tagliate le melanzane a grossi pezzi, conservando la buccia (ogni melanzana va fatta in quarti circa) e mettetele a scolare con del sale ed un peso sopra per far pedere loro l'amaro. Sbollentatele in abbondante acqua salata per 5-10 minuti, finchè saranno un po' morbide. Una volta pronte, mettetele in un piatto. Prendete un tagliere e preparate un trito di aglio e prezzemolo, trasferitelo in una ciotola di grandi dimensioni. Iniziate a sminuzzare con il coltello le melanzane, tritandole finemente e mescolandole con il trito di aglio e prezzemolo. Evitate di sminuzzare le melanzane con il robot da cucina perchè non si deve ottenere una grana troppo fine o una purea. Regolate di sale e pepe, aggiungete due uova sbattute (un uovo per ogni kg di melanzane), 100 g di parmigiano grattugiato o pecorino per un gusto più deciso, e poi pangrattato. La quantità di pangrattato va stabilita ad occhio: si deve ottenere un impasto abbastanza corposo da permettere di essere lavorato con le mani per ottenere delle polpette, che rimangono comunque morbide. Se intendete friggere le polpette allora la quantità di pangrattato richiesta sarà maggiore rispetto ad una cottura al forno. Con le mani formate delle polpette delle dimensioni di 5-6 cm di diametro, disponetele in una teglia unta con olio di oliva e cuocetele in forno per 15 minuti a 250°C. Dopo un quarto d'ora diminute la temperatura a 180°C e cuocete altri 15 minuti. A questo punto aggiungete la passata di pomodoro, che avrete condito con un po' di olio, sale e basilico. La passata va versata sopra le pitticelle e la quantità dipende dai vostri gusti. A casa nostra ci piace abbondare con il sugo per cui abbiamo usato una bottiglia da 500 g di pomodoro! Cuocete ancora per 15 minuti nel forno. A questo punto sfornate, lasciate un po' intiepidire e poi servite. Le pitticelle sono buonissime anche il giorno dopo, basta conservarle in frigorifero.

Buon appetito allora!

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