In un Paese dove dichiararsi femministe equivale ad una grandissima bestemmia di cui tu reietta dovresti vergognartene vengono vendute al mercato delle magliette che riproducono i più beceri luoghi comuni sulle donne, ma più che luoghi comuni li definirei veri e propri insulti e mancanza di rispetto nei confronti delle donne, in un paese dove il femminicidio è una vera e propria piaga. Indossare una maglia sessista in Italia nel 2013 è da ganzi ed è questo un invito ad essere fieri nel considerare le donne alla pari di un buco su cui “sfogarsi”. Non dobbiamo stupirci se queste idee vengono nel Paese con il più alto numero di femminicidi in Europa e che occupa l’80esimo posto nel mondo per opportunità tra uomo e donna. Se la donna è considerata un essere inferiore sia dal punto di vista sessuale che identitario non possiamo certamente scongiurare che l’alto tasso di violenza di genere non dipenda da questo.
Ebbene sì, ancora una volta il maschilismo più becero abbraccia il consumismo più sfrenato e regala un’amara fotografia del nostro Paese ai turisti stranieri che si recano nelle nostre città a comprare i souvenir e ad imbattersi in questa, rappresentata in pittogramma per essere meglio capita anche da uno straniero. (Questa è la segnalazione di una nostra lettrice di Napoli, città per l’appunto turistica).
Vien da chiedersi se bisogna essere fiere e urlare con orgoglio il proprio femminismo dopo che si assiste a certe cose. La risposta è certo che sì. Ma se il sessismo è di casa non possiamo certamente dire che non succeda altrettanto negli altri paesi.
Giorni fa su Amazon in Gran Bretagna e in Germania sono apparse in vendita alcune T-shirt con su scritto “Stai calmo e stupra molto” e “Stai calmo e picchiala”
Un utente ha notato le T-Shirt ed è partita un’ondata di polemiche che ha fatto parlare i media e ha spinto la società americana Solid Gold Bomb e il colosso di e-commerce a ritirare le t-shirt incriminate.
In Svezia invece, sì proprio in Svezia!, la H&M ha messo in vendita in un negozio una felpa con la faccia di Tupac Shakur, un rapper condannato a 4 anni e mezzo di prigione per le accuse di violenza sessuale e ucciso nel 1996 con cinque proiettili a Las Vegas. La pessima idea ha sollevato una marea di polemiche e in particolare una ragazza fu aggredita sul web per aver espresso posizioni contro la scelta dell’azienda. Alcune utenti l’hanno minacciata di stupro e hanno pubblicato il suo indirizzo di casa.
Questi sono due esempi forse più gravi rispetto al messaggio della maglietta italiana, ma nessuna riesce a non mostrarsi infastidita dal continuo sessismo propagandato da queste t-shirt ogni volta che enta al tabacchino a prendere le sigarette o in un qualsiasi negozio di gadget e souvenir. Io già tempo fa ho monitorato i messaggi in maglietta e ne ho fatto una raccolta di messaggi.
T-shirt che rafforzano i ruoli stereotipati e le diseguaglianze culturali tra uomini e donne: le donne desiderano sposarsi e gli uomini divertirsi e fare sesso con donne disponibili che poi mai sposerebbero. Il matrimonio rappresentato come una fregatura per un uomo, mentre abbiamo più volte dimostrato che è la donna a perderci dal momento che una volta sposata rinuncia alla sua libertà di uscire con le amiche e, come se non bastasse deve pure sgobbare in casa. Questa visione arcaica e stereotipata del matrimonio come se l’uomo oggi fosse costretto a sposare una donna come magari accadeva un tempo perché altrimenti poi lei rischiava di restare zitella. la seconda maglietta rafforza le molestie sessuali, veicola il messagigo secondo il quale le donne sono oggetti sessuali che devono subire batutte volgari dal primo che passa, che poi rientriano perfettamente nella fattispecie di molestia.
Eh già, gli uomini non devono innamorarsi ma devono fottersi le donne. Infatti, tu donna, se vuoi essere apprezzata devi essere disponibile con tutti.
L’importante è comunicare quel bisogno di avere donne sempre disponibili e passive per essere felici. Per le donne il matrimonio, per gli uomini il sesso.
Ce ne sono tantissime in commercio anche molto più offensive. A molti possono fare ridere ma sta qui il metro per misurare il grado di civiltà del nostro Paese dove, a differenza di quelli citati, nessuno protesterebbe (a parte chi ci segue) se il suo amico, fidanzato, vicino di casa eccetera indossasse una maglia con su scritto che sei una troia.
Se qualcun* sa chi le produce, non esistate a contattarci!